L’Italia decide di stringere ulteriormente la cinghia delle restrizioni per cercare di contrastare la nuova diffusione esponenziale del Covid. Il governo guidato da Mario Draghi proroga lo stato di emergenza fino al 31 marzo. Ma non è tutto perché, proprio nelle stesse ore, il ministro della Salute, Roberto Speranza, firma un’ordinanza che sta già facendo discutere. Sarà obbligatorio anche per i cittadini dell’Unione europea presentare un tampone all’ingresso in Italia. E i non vaccinati dovranno sottoporsi anche ad una quarantena di cinque giorni. Una mossa che fa infuriare Bruxelles. La vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova, chiede spiegazioni e spera che questa decisione “non faccia morire il certificato (green pass ndr)”.
Dunque, a partire dal 16 dicembre, per entrare in Italia per via aerea, sarà necessario presentare un tampone molecolare con esito negativo, effettuato nelle 48 ore precedenti alla partenza. O un tampone antigenico da fare 24 ore prima. Regola valida anche per i vaccinati. Mentre i non vaccinati dovranno anche farsi una quarantena di cinque giorni. Questa la decisione presa dal ministro Speranza.
“Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive” al lasciapassare, “o rendono le condizioni più severe, come nel caso dell’Italia e forse del Portogallo”, la stretta “deve essere giustificata sulla base della situazione reale”. Questo il commento preoccupato della Jourova rispondendo ad una domanda al termine del consiglio sugli Affari generali dell’Ue.
La vicepresidente della Commissione si augura che questa decisione presa dall’Italia “venga discussa al Consiglio Europeo. Perché queste decisioni individuali degli Stati membri riducono la fiducia delle persone sul fatto che ci siano condizioni uguali ovunque in Europa. Quando la Commissione ha proposto il regolamento che ha consentito l’entrata in vigore del certificato (verde ndr), abbiamo voluto mantenere il principio che le persone saranno autorizzate a viaggiare liberamente nel caso in cui abbiano o la vaccinazione, o il test negativo, o il certificato di guarigione dal Covid. – precisa la Jourova – Spero che ciò no faccia morire il certificato”, conclude preoccupata per la sorte del green pass dopo a scelta di Speranza.
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