Telecom Italia, Luigi Gubitosi esce dal cda di ieri con tutte le deleghe del suo predecessore Amos Genish. Il nuovo ad Tim eredita il ruolo e anche il contratto del suo predecessore, precisando di non avere azioni Telecom. Lascerà il suo ruolo in Alitalia. Il suo primo obiettivo sarà quello di elaborare un piano di emergenza, per ridurre i costi e quindi aumentare la redditività, ma il clima tra i due schieramenti in consiglio – il fondo Elliott che ha guidato le danze con i suoi dieci consiglieri e Vivendi che pur avendo la maggioranza relativa del capitale ha solo 5 uomini in cda – si fa più infuocato che mai. I francesi di Vivendi, padroni del 23,9%, non escludono di ribaltare le sorti del cda dove sono in minoranza per far valere le loro ragioni.
Dall’altra parte i dieci eletti dalla lista Elliott (socia all’8,8%) non sono pronti a cedere alla minacce dei francesi. “Tim ha una grande storia e un capitale umano da valorizzare per vincere la sfida del mercato”, ha detto Gubitosi uscendo dal cda. “Bisogna incrementare la generazione di cash flow per ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il progetto per la costruzione di una rete unica”. E la rete unica, non a caso, è il tema che interessa oggi la politica.
Al cda di dicembre si dovrebbe fare anche il punto sul calendario per il prossimo anno e quindi fissare anche la data per la convocazione dell’assemblea per il bilancio e la nomina dei revisori. Ciò non toglie che Vivendi, in qualunque momento, può chiedere di convocare una nuova assise sia per la revoca fino a 7 consiglieri, sia per integrare il numero dei consiglieri e la composizione del cda.
Se è un diritto di ogni socio con più del 5% convocare un’assemblea, spetta comunque al cda farlo “senza ritardo”. E Vivendi, o alcuni fondi vicini al gruppo francese, potrebbero chiedere che la convocazione dell’assemblea venga discussa già al cda del 6 dicembre, e convocata entro i successivi 40 giorni, quindi a gennaio.
La nuova guerra che ieri si è consumata in consiglio presto si sposterà in tribunale. Questa, almeno, è l’intenzione di Vivendi e dei suoi legali, che vogliono ricostruire tutti i passaggi dell’ultima settimana tra riunioni formali e informali per capire se e quando le procedure sono state disattese. Dopo un lungo consiglio dove sia Genish che l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine hanno fatto diversi interventi, Gubitosi è stato comunque eletto a maggioranza (9 su 15, lui si sarebbe astenuto), con la bocciatura dei 5 consiglieri del colosso francese.
Secondo fonti finanziarie Vivendi avrebbe già dato mandato ai legali di Chiomenti di adire tutte le vie legali per tutelare i propri diritti, a cominciare dall’annullamento della paradossale situazione di delibera del cda di martedì scorso: Vivendi ha la maggioranza relativa quando è stata revocata la fiducia ma è stata battuta in assemblea a Genish. Se un giudice riconoscesse che quel cda è invalido, a cascata anche la decisione di ieri e quelle future dovrebbero essere annullate.
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