Che tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio non corresse buon sangue lo si sapeva da tempo. Fin dall’elezione bis di Sergio Mattarella al Quirinale, avvenuta pochi mesi fa. Ma ora sembra che la situazione all’interno del M5S stia precipitando definitivamente. Ad accendere la miccia è stato il ministro degli Esteri che ha accusato Conte di appoggiare in maniera poco convinta il governo Draghi. La replica dell’ex premier è durissima.
“Noi non abbiamo mai brillato alle amministrative, ma non siamo andati mai così male. – attaccato Di Maio – Non si può dare sempre la colpa agli altri, non si può risalire all’elezione del presidente della Repubblica per dire che le elezioni amministrative sono andate così male. Credo che bisogna anche un po’ assumersi delle responsabilità rispetto ad un’autorefenzialità che andrebbe un po’ superata. Noi non veniamo da una storia che si è distinta per democrazia interna ma proprio per questo, rispetto anche a un nuovo corso, servirebbero più inclusività, più dibattito interno e anche includere di più persone esterne al Movimento. Non credo che sia opportuno assumere decisioni che di fatto disallineano l’Italia dall’alleanza Nato e dell’alleanza europea”.
“Chiede democrazia interna? Quando era leader c’era un solo organo politico: il capo politico. – questa la replica piccata di Conte – Che faccia lezioni adesso di democrazia interna a questa comunità, fa sorridere”. Se Di Maio vuole fare un suo partito “ce lo dirà lui nelle prossime ore, non sono nella sua testa”.
Secondo il leader pentastellato è una “stupidaggine dire che la posizione del M5S è anti-atlantista”. Poi, in serata, ospite a Bologna della festa di Repubblica, affonda ancora il colpo: “Dire che imito Salvini e il Papeete è un’offesa alla nostra comunità. Oggi il nostro ministro degli Esteri ha rischiato di sporcare il passaggio di Draghi a Kiev. Oggi dovevamo parlare di questa visita, chiesta a gran voce dal M5S”, conclude.
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