Un’accusa che sta creando scompiglio e imbarazzo in una galassia, quella pentastellata, già agitata da crisi di governo vere e presunte e da risultati elettorali, gli ultimi, tutt’altro che incoraggianti. I grillini, non bastassero le recenti disgrazie, sono infatti alle prese anche con le polemiche del “caso Trenta”, quello che vede l’ex ministra della Difesa accusata di aver tenuto per sé il suggestivo appartamento nel cuore di Roma nella quale si era spostata quando era titolare del suo dicastero. Come? Facendolo assegnare al marito, il maggiore dell’esercito Claudio Passarelli.
Una storia che continua a far discutere e che preoccupa non poco i vertici grillini, da sempre in prima linea per combattere i privilegi della casta politica. Come scrive il Corriere della Sera, “la concessione potrebbe essere avvenuta aggirando i regolamenti, visto che la coppia ha una casa di proprietà nella capitale e dunque non sembra avere necessità di usufruire dell’alloggio. In ogni caso il ‘livello 1’ di dimora attribuito al momento di scegliere la casa per la ministra, è molto superiore a quello previsto per l’incarico e il grado del suo consorte. E dunque non è escluso che la magistratura contabile sia chiamata a valutare eventuali danni erariali e quella ordinaria debba verificare la regolarità della procedura di assegnazione”.
Elisabetta Trenta era stata scelta come ministro della Difesa nel giugno del 2018, quando Salvini e Di Maio si preparavano a dar vita al primo governo Conte. In quell’occasione aveva chiesto una residenza nella capitale, pur avendone già una al quartiere Pigneto, e si era trasferita con il marito in uno stabile del ministero a poche centinaia di metri da piazza San Giovanni in Laterano. “Ben prima che il governo gialloverde entri in crisi, la ministra decide di rendere definitiva l’assegnazione. E così si stabilisce che l’intestatario sia il marito”. Il rapporto tra la Trenta e il consorte era già stato tra l’altro al centro di polemiche, con le opposizioni a parlare di conflitto di interessi visto che Pastorelli era “ufficiale addetto alla segreteria del vice direttore nazionale degli armamenti all’ufficio Affari Generali”.
La Gazzetta Ufficiale fissa regole precise per il ministero della Difesa, specificando che gli alloggi di servizio vanno assegnati in base all’incarico ricoperto. Il grado di maggiore di Pastorelli, rilancia il Corriere, “non rientra tra quelli che possono ottenere un alloggio di primo livello, come è appunto quello occupato dalla ministra e ora rimasto nella disponibilità della coppia. E poi c’è da chiarire il problema della casa al quartiere Pigneto, visto che uno dei requisiti per entrare in graduatoria è dimostrare di non avere un’altra abitazione nel Comune di residenza”.