“La scelta dell’Italia fa vomitare”. “Italia cinica e irresponsabile”. Le ricordiamo tutti queste parole, vero? Bene, a dirle erano Macron e il governo francese dopo che Salvini aveva fatto sapere di chiudere i porti ad Aquarius. In molti erano d’accordo con l’opinione francese. Adesso, però, tutto si ribalta e Macron fa esattamente come Salvini: i 58 migranti a bordo della nave Aquarius 2 della ong Sos Méditerranée non sbarcheranno nel porto di Marsiglia. Il governo francese, per bocca del ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, intervistato da Bfm-Tv-Rmc, ha fatto sapere che “per ora la Francia dice no”. Un dietrofront rispetto alle posizioni di giugno del Presidente francese.
Medici Senza Frontiere ha fatto sapere che, però, la nave si starebbe dirigendo verso le coste francesi. La causa, spiegano gli operatori di Aquarius, è il maltempo: “Nelle prossime ore aspettiamo mare con onde fino a 5 metri”. A poco più di tre mesi dalle frasi dell’Eliseo che provocarono la dura reazione dell’esecutivo italiano, è la Francia che dà l’alt all’imbarcazione di Sos Méditerranée: “Se non definiamo delle regole comuni, non riusciremo ad affrontare la sfida dell’immigrazione”, ha dichiarato il ministro francese, chiedendo così la collaborazione degli altri stati membri dell’Unione europea.
Nasce quindi una incredibile alleanza Salvini-Macron? Il membro dell’esecutivo ha ricordato che, secondo le attuali regole comunitarie, la nave “deve attraccare nel porto più vicino. Non a Marsiglia”. Ha poi aggiunto che la Francia si assume le sue responsabilità accogliendo una quota di rifugiati, ma “dobbiamo dire no alla migrazione economica”. Concetti ripetuti anche dal ministro per gli Affari Europei, Nathalie Loiseau, che in un’intervista a Sud Radio attacca il governo italiano: oggi “l’Europa è dieci volte più solidale di quanto non lo fosse in precedenza – ha detto – È il motivo per cui ridiciamo all’Italia che l’idea di chiudere i propri porti a delle persone in pericolo è contrario al diritto, è contrario all’umanità”.
Bruxelles si smarca dal dibattito e, attraverso la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, fa sapere che “la situazione legale dell’Aquarius è questa: è una nave senza bandiera europea, e ha operato in un’area di ricerca e salvataggio libica”, perciò “non impegna la responsabilità europea. Nessuno Stato membro si è fatto avanti” per aiutare. Ad attaccare la scelta di Parigi ci pensa, con un tweet, il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: “Vergognoso tradimento al dovere d’umanità – ha scritto – Il supplizio dei 58 dell’Aquarius deve finire. L’alleanza Macron-Salvini contro i naufraghi deve cessare”.
Nessun appoggio da parte di Parigi, quindi, all’appello lanciato lunedì dai responsabili dell’organizzazione che opera nel Mediterraneo e diretto proprio all’amministrazione francese affinché aprisse “eccezionalmente” il porto di Marsiglia ai 58 attualmente a bordo. Ma i responsabili a bordo dell’imbarcazione fanno sapere che la situazione meteo sta peggiorando e la nave ha bisogno di attraccare il prima possibile, anche per questo, gli uomini di Aquarius hanno deciso di fare rotta verso le coste francesi.
Intanto, nelle scorse ore, Aquarius ha dovuto fare i conti anche contro un altro provvedimento che ostacola il lavoro degli operatori nelle acque tra Libia e Italia. Panama ha avviato la revoca dell’iscrizione dell’Aquarius dal proprio registro navale dopo la richiesta di intervento, riferiscono i responsabili della ong, da parte del governo italiano. Nel messaggio inviato dall’Autorità marittima di Panama si legge che “sfortunatamente è necessario che l’Aquarius sia esclusa dal nostro registro perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e per la flotta panamense in direzione dei porti europei'”.
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