Che il mondo intero stia andando verso la direzione a senso unico dell’innovazione digitale è cosa nota. Meno conosciuto è chi vuole partecipare al progresso, e cosa più importante, scegliere di farne parte investendo nelle nuove tecnologie.
La situazione italiana
L’Italia siamo in difficoltà, partendo dalle startup: la maggior parte di esse non trova investimenti adeguati a sviluppare le proprie idee, non riesce a trovare voce sul mercato e cosa gravissima, non investe nel digitale, ritrovandosi molto spesso senza un sito funzionante e nessuno sbocco social che funzioni davvero. Le promesse elettorali precedenti alle elezioni dello scorso 4 marzo hanno garantito numerosi investimenti nel settore delle nuove tecnologie, da parte di tutti i partiti: banda larga, pubblica amministrazione digitale, fibra ottica e industria 4.0. “Siamo consapevoli che una parte importante dello sviluppo e della crescita di questo paese dipenderà dalle scelte strategiche di fondo che il nuovo Governo farà in relazione a questi temi”, afferma speranzoso l?AD di Digital 360 Andrea Rangone. Le buone intenzioni ci sono, abbiamo dunque bisogno di fatti, e più avanti vedremo se il nostro paese sarà in grado di allinearsi almeno con il resto d’Europa.
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Il caso Francia
Chi sembra, almeno nei propositi, lanciarsi a tutta velocità nel mondo dell’innovazione è senza dubbio la Francia. I nostri cugini d’oltralpe hanno sviluppato un piano che prevede la spesa di un miliardo e mezzo da investire nei prossimi 4 anni, presi da quei 10 miliardi di euro di Fondi per l’Innovazione e l’industria, stanziati a gennaio. Lo scopo è quello di implementare ancora l’ambito dell’Intelligenza Artificiale, battendo la concorrenza di Cina e Stati Uniti. La Francia occupa già un posto di tutto rispetto in Europa: insieme alla Germania è leader nell’innovazione tecnologica. Ma vuole puntare più in alto, e la dichiarazione d’investimento è stata esplicitata dallo stesso Presidente Macron appena prima di Pasqua.
Il progetto
L’Eliseo ha un piano ben preciso, che include anche gli investimenti privati e dà la priorità ai progetti in collaborazione con il governo tedesco.
D’altronde, solo pochi giorni prima del suo discorso, colossi della tecnologia digitale come Samsung e Deepmind avevano già affermato di voler potenziare i propri servizi nella capitale francese, segno che la strada intrapresa è quella giusta. Nei progetti di Macron c’è lo zampino di un illustre matematico, Cedric Villani, che sta offrendo il suo contributo al fine di pianificare una strategia più ampia verso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il deep learning aiuterà il potenziamento dei dati e, di conseguenza, al qualità della vita pubblica. Quattro infatti sono gli ambiti di sperimentazione, dalla mobilità alla sanità, dall’ambiente alla difesa e sicurezza, tutte volte a garantire efficienza e mantenimento dell’occupazione in territorio francese.
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La sfida di Macron
“Non dobbiamo cadere nella vecchia trappola francese di vedere gli aspetti negativi di una nuova tecnologia e usare questo come alibi per rifiutare la tecnologia stessa”, ha dichiarato il presidente Macron, facendo chiarezza su ciò che intende sviluppare tra imprese disruptive, startup, ricerca e formazione. Il presidente garantisce infatti un codice etico per dati e algoritmi, che incarnerà principi quali trasparenza e correttezza. Dopo lo scandalo Cambridge-Analytica, Macron corre ai ripari affermando la massima affidabilità al sistema.
Il Raporto Villani
Che Macron sia un uomo ambizioso, non c’è dubbio alcuno, l’incertezza semmai è nel trasformare la Francia nella Silicon Valley d’Europa, partendo da un aumento di stipendio ai ricercatori, che di solito vengono invece reclutati da multinazionali e startup straniere.
Nero su bianco infine le indicazioni dello stesso Villani, che nel suo Rapporto dichiara la necessità di: “Sostenere l’ecosistema dell’AI, sviluppare una politica di apertura proattiva dei dati, avere un quadro regolatorio francese e europeo, stimolare un dibattito politico e etico”. Affinché il sogno francese si realizzi.