Angela Merkel, Emmanuel Macron e Giuseppe Conte. Non una barzelletta, ma un vertice nella notte in un bar. Un pressing selvaggio sul nostro premier dentro e fuori le situazioni ufficiali e lontano da telecamere e flash. Macron e Merkel scatenati: non si sono fatti scrupoli di assediare il premier italiano “a cena, poi nel dopo cena, sino alle due di notte, una birra in mano in un angolino del bar dell’hotel Amigo, dove dormono tutti e tre”, a margine della sessione ufficiale del Consiglio europeo. Merkel, Macron e Conte, dunque, si sono ritrovati per un colloquio a ruota libera sui principali temi dell’attualità europea. Primi fra tutti il rapporto tra la Ue e la Cina, le strategie per la crescita economica e in generale il futuro dell’Europa dopo la Brexit.
In altre parole, senza saperlo, all’una di notte si è ricreato quel “direttorio” a tre Germania, Francia e Italia che negli ultimi tempi ci aveva visti quasi costantemente messi fuori dalla porta. Il colloquio è iniziato tra Merkel e Conte. La Germania non ha mai firmato (come ha fatto invece l’Italia) il memorandum of understanding per dare una cornice giuridica ai progetti della Nuova Via della Seta e con un business da 20 miliardi con Pechino.
Merkel e Conte hanno discusso anche sui meccanismi europei di protezione. Ai due si è aggiunto poi all’una di notte il presidente francese. Una sua dichiarazione sulla Tav (“Non ho tempo da perdere”) poche ore prima era suonata come un nuovo schiaffo all’Italia. Ma nell’improvvisato caminetto le pacche sulla spalla tra il premier italiano e il presidente francese si sono sprecate.
Guarda caso, si parla della politica comune Ue di “protezione dalla Cina” proprio nel giorno in cui il presidente Xi Jinping è in visita ufficiale a Roma. Il timore dei partner europei è che la scelta del governo italiano sul memorandum Via della Seta sia una “fuga in avanti”, una “strada sbagliata” come sottolineato da una nota dell’Eliseo.
“Lavorare come piccoli club con Pechino non è una buona scelta, sono comportamenti naif che ledono il coordinamento della Ue”. La Merkel non può contestare a Conte la scelta di fare accordi con la Cina, ma critica il tempismo: “Con la Cina bisogna trattare in modo unitario, come potenza europea”.
Conte è in evidente imbarazzo coi giornalisti: “Io ho visto e dato la massima cooperazione, non che mi fosse stata chiesta chissà quale spiegazione, ma siccome siamo in una comune casa europea facciamo le cose in modo assolutamente trasparente”.
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