Maddalena, una ragazza romana che da alcuni anni si è trasferita nel Regno Unito insieme alla sua famiglia, attraverso una lettera a Fanpage.it ha deciso di raccontare il dramma sanitario che sta vivendo in Scozia insieme ai suoi cari. Ormai da giorni infatti i genitori della ragazza sono malati, manifestando i sintomi tipici del Covid-19. Nonostante questo, Maddalena nella sua lettera ha denunciato una grave mancanza nel servizio sanitario scozzese: al momento infatti il tampone è stato effettuato solo al padre della donna (risultato positivo al coronavirus), ma è stato subito rimandato a casa dall’ospedale, perché considerato non un caso grave. Mandato via a piedi o in taxi, ma senza ambulanza. “Mio padre non voleva tornare a casa perché non stava ancora bene e invece loro gli hanno detto che poteva farlo – ha affermato Maddalena nella sua lettera -. Senza ambulanza. A piedi, o in taxi. A sue spese. Che Paese è mai il nostro? In Italia un malato continua a rimanere in ospedale finché non sta meglio e soprattutto, non viene rispedito a casa a piedi, con il rischio che possa infettare qualcun altro. Mio padre è tornato con un taxi – senza mai smettere di tossire – e Dio solo sa adesso come possa stare il tassista che l’ha riportato a casa”.

L’ingresso della malattia in casa di Maddalena ha avuto inizio verso la metà di marzo. La prima in famiglia a manifestare i primi sintomi riconducibili al Covid è stata la madre della ragazza: in principio solo vertigini e mancamenti, per poi peggiorare nei giorni successivi con tosse e febbre alta fino a 39 e mezzo. Il tutto amplificato da dolori in tutto il corpo, dolore al petto, mancanza di gusto e olfatto, perdita d’appetito, ed una tale debolezza da non riuscire nemmeno ad andare in bagno. “Mia madre decise di chiamare il medico di famiglia, che le ha prescritto un antibiotico e del paracetamolo – ha raccontato Maddalena -. Il medico in Scozia ha chiesto a mia madre se aveva problemi respiratori, aggiungendo che purtroppo non poteva fare di più. Mia madre ha continuato a star sempre peggio fino a che, a un certo punto, ha iniziato a star male nel medesimo modo anche mio padre. Domenica 29 marzo mio padre mi ha chiamata, dicendomi al telefono che si sentiva morire e che aveva bisogno con urgenza di un’ambulanza. I suoi sintomi erano tosse così forte da arrivare a vomitare, con conseguenti collassi e dolore al petto”.



“Arrabbiato e troppo debole per discutere, papà ha preso un taxi e come una mina vagante è tornato a casa. Al suo ritorno io ero fuori casa con delle buste di alimenti per lui e mia madre. Ero lì ad attenderlo speranzosa che potesse star meglio, ma appena è entrato in casa, ha ripreso a vomitare e a star peggio di prima. Non mangia da settimane ed è visibilmente deperito. Mai e poi mai avrei pensato che in Scozia potessero rilasciarlo e soprattutto in quel modo – ha affermato Maddalena -. I miei hanno 59 anni e ad oggi non sappiamo se anche mia madre è positiva, perché nonostante i vistosi sintomi, non è possibile effettuare un tampone. La richiesta per il test si può fare chiamando l’111, ma i tempi di attesa sono fino a sei ore, dopodiché casca la linea. Adesso i miei genitori sono a casa, da soli, stanno molto male e sappiamo che la sanità britannica non si prenderà cura di loro come di diritto”.
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