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Malika Ayane non ce la fa più: “Questa politica non è solo razzista, ma anche disumana”

Artista straordinaria, cantante fenomenale. Malika Ayane, figlia di madre italiana e padre marocchino, ha affrontato la questione del razzismo in un’intervista per Vanity Fair, a partire dal suo passato atipico. I genitori hanno scelto l’Italia dopo essersi conosciuti in Marocco. Lei è figlia dell’integrazione: “Però mio padre non è venuto in Italia con il barcone. Erano gli anni ’70, mia madre era andata in Marocco in viaggio. Si sono innamorati e hanno deciso di venire in Italia quando mia mamma è rimasta incinta di me”.

“La mia non è una storia di miseria come quella dei migranti di oggi. Lo dico perché nella mia posizione verso i migranti non c’è identificazione: è semplice compassione umana, a cui dovremmo rieducare i nostri figli”. Il razzismo è qualcosa che prova mai sulla sua pelle? “”Ci sono quelli che ti dicono: tuo papà è marocchino ma è buono”.

La Ayane ha parlato delle sue difficoltà, del doversi destreggiare con le pressioni che deve sopportare una donna nel mondo dello spettacolo. Se da bambina doveva convivere con il “bastardissimo modo di essere ragazzini”, oggi si sforza ad affrontare gli attacchi e le frecciatine degli haters. Per esempio, “All’ultimo Sanremo non ho aperto i social per tutta la settimana. Portavo l’apparecchio ai denti, sapevo che mi avrebbero detto qualsiasi cosa”.

“Se prendo due chili sono incinta. Se ne perdo tre sono malata. Se mi vesto sobria è tutto un “ecco le italiane, non osano mai”. Se mi metto qualcosa di eccentrico: vuole fare Lady Gaga? Ma che viaggio si è fatta, non sa che siamo in Italia?”.

Qual è la soluzione? “Ma niente, non posso piacere a tutti, non sono mica la Nutella”. Non poteva mancare una domanda sulla polemica tra Salvini e Baglioni: la cantante sta dalla parte del direttore artistico, perché “al di là di ogni considerazione politica, è inconcepibile lasciare morire delle persone in mare”. La Ayane al momento è in tour per promuovere il suo nuovo album, Domino, che la vedrà impegnata per 13 date in tutta Italia nei teatri e nei club.

“Se qualcuno pensa che si risolva il fenomeno migratorio bloccando qualche barcone, non ha capito niente. Al di là di ogni considerazione politica, è inconcepibile lasciare morire delle persone in mare. E in questa politica non c’è solo razzismo, c’è qualcosa di più: c’è un che di disumano”.

 

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