“Non hanno sfasciato i conti. Questo è il risultato migliore. Sul resto vedo una collezione di marchette da far impallidire le manovre della prima repubblica. Almeno lì c’era un’idea di Paese”.

In un’intervista a La Stampa, Matteo Renzi critica la Legge di Bilancio.
“Dare i soldi alle società di serie A, che si sono dimostrate incapaci, togliendo gli interventi culturali per i diciottenni, è il simbolo della follia di questa manovra”.
Renzi si sofferma sulla 18App: “L’hanno proprio azzerata. Nel 2022 c’erano 230 milioni, nel 2023 zero. È la cosa peggiore perché tradisce una visione di paese priva di speranza. Si tolgono i soldi ai ragazzi che entrano in libreria, ma si stanziano 890 milioni per gli indebitati presidenti delle società di serie A. Io adoro il calcio, ma se in Inghilterra i diritti televisivi sono pagati dieci volte di più è perché c’è una cultura dell’industria sportiva. In Premier League il calcio regala emozioni alla gente, in serie A il governo regala emendamenti a Lotito”.
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Meloni, conclude Renzi, “non è Draghi e ce ne stiamo accorgendo tutti. La vera stampella di questo governo sono i grillini, l’abbiamo visto anche sulla pregiudiziale di costituzionalità del Decreto Rave. E il ministro Lollobrigida è l’ufficiale di collegamento con i grillini, lo sanno tutti”.