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È proprio la “manovra del popolo”: la paghiamo noi! In arrivo la stangata per le famiglie

La “manovra del popolo” è passata. E “del popolo” è più che mai corretto: perché sarà proprio il popolo a finanziarla: è infatti in arrivo una stangata micidiale per famiglie e imprese. Il governo ha di fatto azionato nuovamente la leva che permetterà agli enti locali di aumentare le imposte. E così dietro l’angolo c’è una vera e propria mazzata da un miliardo che può colpire le tasche degli italiani attraverso Irap, Imu, Tasi e addizionali Irpef.

A segnalare il rischio che corrono i contribuenti è la Cgia di Mestre che con il coordinatore dell’Ufficio Studi lancia un vero e proprio allarme: “Dal 2019 rischiamo di pagare almeno un miliardo in più, a seguito della rimozione del blocco delle aliquote dei tributi locali introdotta nella manovra di Bilancio attualmente in discussione in Parlamento”.

Cifre queste che segnalano come il rischio rincari sia di fatto abbastanza concreto: “Per la Cgia – spiega una nota – dopo aver rimosso il blocco delle aliquote dei tributi locali introdotto con la legge di Stabilità del 2016 dall’allora Governo Renzi, è molto probabile che alcuni governatori e molti sindaci torneranno a innalzarle. Secondo alcune stime, degli 8.000 Comuni presenti in Italia oltre l’80% ha i margini per aumentare sia l’Imu sulle seconde/terze case sia l’addizionale Irpef”.

“Non è da escludere inoltre che, a seguito dell’aumento della deducibilità dell’Imu sui capannoni in via di definizione con la manovra, alcuni primi cittadini siano tentati di ritoccare all’insù l’aliquota di propria competenza, almeno fino alla soglia che non consente agli imprenditori di versare più di quanto hanno realmente pagato nel 2018”.

Dal Pd Andrea Marcucci annuncia che presenterà conflitto d’attribuzione alla Corte Costituzionale per il percorso della manovra. Mentre il senatore Matteo Renzi, ieri in cravatta viola, attacca: “La manovra del popolo è la retromarcia dei populisti”. Infuriato anche Francesco Zaffini, senatore di Fratelli d’Italia: “Ferite così profonde non si rimarginano”.

E poi la “perla” che fa sorridere l’aula pronunciata sempre da Zaffini: “Questo è un atteggiamento pornografico”. Le protestano non si placano. Si procede fino a notte fonda. E dopo il via libera del Senato, il testo sarà trasmesso alla Camera per il passaggio finale, con l’aula prevista per il 28 e 29 dicembre.

 

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