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Mario Draghi: “La crisi è alle nostre spalle, ora riforme per l’Europa”

“La crisi è ora alle nostre spalle”. Mai così ottimista, seppur in un contesto accademico, il presidente della Bce Mario Draghi, che ha voluto lanciare un messaggio politico chiaro durante il suo discorso per il conferimento del dottorato honoris causa all’Università di Tel Aviv.
“La ripresa dell’Eurozona è solida e sempre più ampia fra i Paesi e i settori. Una ripresa sostenuta dalla politica monetaria della Bce”, ha detto, definendola “il principale motore della ripresa. Cinque milioni di persone hanno trovato lavoro dal 2013 e la disoccupazione, anche se ancora elevata, è a un nuovo minimo da otto anni”.

“La maggioranza silenziosa degli europei ha ritrovato voce”

Il numero uno della Bce ha quindi affrontato i diversi temi dell’agenda europea, dall’economia alla sicurezza, alle migrazioni. Un discorso dai toni inattesi, in cui ha parlato di ripresa resistente e ampia, specie alla luce dei risultati politici di Francia e Olanda, dove la maggioranza degli europeisti ha fatto sentire la propria voce: “LUnione europea e l’euro hanno sempre avuto il sostegno della maggioranza dei cittadini europei – ha detto – ma spesso è stata solo l’opposizione ad alta voce che è stata ascoltata”. Ma ora questa maggioranza silenziosa ha riacquistato la sua voce, il suo orgoglio e la fiducia in se stessa”.
Mario Draghi - bandiere europa


Ha poi esplicitamente addebitato alla crisi l’aver creato “condizioni fertili per dare voce alla retorica nazionalista e populista”. Una crisi che ha messo anche in evidenza le lacune del sistema politico ed economico della Ue, ma ha aggiunto, che ha portato anche a migliorare prassi e conoscenze, nonché a procedere con correttivi, in un moto che Mario Draghi ha definito “una ‘distruzione creativa’ che alla fine ha dato forma alla nostra risposta politica”.
Una risposta anche alla sfida interna tra i vertici della Bce, tra rigoristi e i sostenitori di una politica monetaria espansiva, di cui Mario Draghi è primo esponente. Rivendica infatti i risultati di quelle politiche: cinque milioni di occupati in più e la disoccupazione ai minimi dal 2008. All’ottimismo europeo il presidente della Bce ha affiancato un respiro globale: “Il sistema finanziario è più resiliente – ha detto – Le prospettive economiche mondiali stanno a loro volta migliorando e i rischi di indebolimento stanno diminuendo“.
Mario Draghi - mercato
Ha quindi insistito sul rilancio del progetto dell’Unione Europea, e sull’esigenza di mettere in comune parte delle sovranità nazionali: “Quel che ci serve in Europa – ha detto – per assicurare che la crescita economica e la maggiore prosperità siano sostenute nel corso del tempo, sono le riforme strutturali e un rinnovato senso di scopo dell’Unione europea”. Nel sessantesimo anniversario dei trattati di Roma “servono ulteriori progressi”. “Le sfide vanno oltre l’Unione economica e monetaria. Riguardano la sicurezza, le migrazioni, la difesa e in generale tutte quelle sfide che possono essere affrontate solo accorpando la sovranità” dei paesi membri.