Classe 1968, Massimo Banzi è un imprenditore e designer italiano, nonché tra i fondatori della celebre Arduino. Banzi, oramai celebre in tutto il mondo visto il successo dei prodotti Arduino, è stato indicato dal prestigioso The Economist come uno dei fautori della nuova rivoluzione industriale. Non solo: intorno alla figura di Banzi ruota il movimento Maker, ovvero un vero e proprio movimento culturale di cui fanno parte tutti coloro che vengono definiti artigiani digitali e che, oramai, vengono considerati essenziali per lo sviluppo dell’Industria 4.0.
Massimo Banzi: biografia di un imprenditore digitale
Massimo Banzi nasce a Monza nel 1968 e, dopo aver studiato presso l’Itis, si iscrive alla facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano. Il richiamo di internet, però, era probabilmente troppo forte e, abbandonati gli studi, lavora dapprima per Italia Online per poi trasferirsi a Londra dove lavora per WorldCom e Sky. La sua carriera nel settore Internet continua e, dopo aver lavorato come consulente per grandi aziende, diventa professore associato dell’Interaction Design Institute Ivrea.
E’ proprio in quel contesto che conosce Hernando Barragán, studente che nella sua tesi presenta il progetto Wiring, avente lo scopo di creare uno strumento elettronico semplice ed economico rivolta anche ad un pubblico non specializzato. Nel 2005 Banzi – insieme a David Cuartielles, Tom Igoe, Gianluca Martino e David Mellis – presenta Arduino, forse la prima delle tecnologie che ha dato il via alla rivoluzione maker. Negli anni successivi, Massimo Banzi gioca anche un ruolo fondamentale sia nell’apertura del primo fablab d’Italia sia delle Officine Arduino, un fablab-makerspace situato a Torino.
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Arduino: una rivoluzione in pochi centimetri di spazio
Se mai vi capiterà di poter ammirare il viso di un profano davanti ad una scheda elettronica Arduino, cercate di cogliere lo stupore ma anche lo sgomento davanti a quello che agli occhi sembra una semplice base elettronica ma che si sa essere uno strumento potentissimo.
Ma cos’è Arduino? Come si legge sul sito ufficiale dell’azienda co-fondata da Massimo Banzi, Arduino è uno strumento popolare per lo sviluppo di prodotti IoT e uno degli strumenti di maggior successo per l’educazione STEM / STEAM. Centinaia di migliaia di designer, ingegneri, studenti, sviluppatori e creatori di tutto il mondo utilizzano Arduino per innovare musica, giochi, giocattoli, case intelligenti, agricoltura, veicoli autonomi e altro ancora.
Nelle mani giuste, insomma, Arduino può trasformarsi nello strumento giusto per contribuire alla trasformazione digitale del pianeta. Il termine pianeta non è usato a caso: già nel 2008, in tutto il mondo erano stati venduti oltre 50mila esemplari originali di Arduino. A voi il compito di tirare le somme, a 10 anni di distanza…
Il movimento “Maker” e l’Industria 4.0
Con il termine “maker” si intende un movimento culturale contemporaneo che, se inizialmente rappresentava un’evoluzione del tradizionale bricolage, adesso rappresenta un vero e proprio strumento a supporto dell’Industria 4.0. In occasione dell’ultima Maker Faire Rome, il Ministro dello Sviluppo Carlo Calenda ha infatti affermato “Questa non è più solo una fiera dell’innovazione, ma la fiera nazionale dell’industria 4.0. L’obiettivo è far nascere moltissime innovazioni diffuse che possano conquistare nicchie di mercato importanti. Il prossimo anno investiremo un milione e mezzo di euro su questo evento, perché vogliamo che Maker Faire diventi un’occasione non solo per mostrare invenzioni, ma anche per venderle. Non c’è attualmente una grande fiera dell’industria 4.0 nel nostro Paese, e Maker Faire potrebbe diventarlo. Vorrei che i fondi venissero spesi per attrarre visitatori e investitori dall’estero perché il problema non è che non ci sono i soldi, ma come si utilizzano”.
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