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E se Mattarella si dimettesse in anticipo? Strategia per non consegnare la Presidenza a Salvini

Se si andasse subito al voto, è chiaro che il centrodestra unito, con Salvini al comando, si ritroverebbe a vincere le elezioni con una larghissima maggioranza e quindi, nella prossima legislatura, eleggerebbe anche il Presidente della Repubblica. Per questo motivo si starebbe facendo strada una strana ipotesi, bisbigliata nei corridoi dei palazzi romani: e se l’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si dimettesse prima della fine del suo mandato per far sì che l’elezione del nuovo Presidente avvenga in questa legislatura e con questo Parlamento?

Non si parla di una mossa immediata, perché dipenderebbe esclusivamente dall’avvio di un governo di transizione che stia in piedi almeno un anno. A quel punto, prima della scadenza del nuovo esecutivo, il Capo dello Stato potrebbe dare vita al colpo di scena.

Sergio Mattarella è stato eletto il 31 gennaio 2015, al quarto scrutinio, con 665 voti, poco meno dei due terzi dell’assemblea elettiva. Come Capo dello Stato ha finora conferito l’incarico a due presidenti del Consiglio dei ministri: Paolo Gentiloni (2016-2018) e Giuseppe Conte (dal 2018). Il suo mandato, dunque, scadrebbe al termine del settennato nel 2022, una data che appare assai lontana e che, appunto, potrebbe essere anticipata.

Stante la crisi di governo, solo Mattarella può scegliere se e quando gli italiani torneranno a votare. E anche questo è un dettaglio non di poco conto. Sarebbero in molti a sostenere che lo stesso presidente della Repubblica vorrebbe che il suo successore venisse scelto da questo Parlamento e non dal prossimo, quasi sicuramente a maggioranza di centrodestra. Per questo potrebbe ritardare la chiamata alle urne.

Un altro suggerimento che anticipa questa mossa, ci viene dato dal “partito anti-elezioni“, il quale sta guadagnando sempre più terreno nelle segrete stanze. Che ci sia dietro questa spinta proprio Mattarella? Il partito anti-elezioni porta dentro di sé tutti quelli che hanno da perdere da nuove elezioni: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e anche i tanti del gruppo misto. E l’incognita Forza Italia.

Anche + Europa ha fatto sapere agli altri: “Se conviene a Salvini andare a elezioni subito, non conviene a noi”, ha detto Marco Cappato. Il capogruppo dem al Senato, il renziano Marcucci, chiede che la mozione di sfiducia a Salvini sia messa in calendario insieme a quella a Conte. Sulla carta, un altro amo per un’intesa con il M5S.

Infine, c’è il capitolo legge elettorale. Finora il Pd ha sempre votato no al testo del governo sulla riduzione dei parlamentari. Ma in cambio il Movimento potrebbe dare ora al Pd la legge elettorale proporzionale (che servirebbe ad allungare la vita dell’esecutivo). Un’intesa, quella tra Pd e 5 Stelle, che frenerebbe la corsa alle urne e farebbe saltare tutti i piani di Salvini. E creerebbe le condizioni per attuare il piano segreto e geniale di Mattarella.

 

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