Sergio Mattarella contro Francesco Lollobrigida. In molti hanno letto l’intervento del Capo dello Stato alla cerimonia a Milano per il 150esimo anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni come una bacchettata al ministro della Sovranità alimentare del governo Meloni che, nei giorni scorsi, aveva parlato di “etnia italiana da tutelare” e rischio di “sostituzione etnica”. Le parole pronunciate da Mattarella sono state molto chiare. Ma Lollobrigida, raggiunto da Repubblica per un commento, nega che il riferimento fosse rivolto a lui.
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Mattarella contro Lollobrigida alla cerimonia per Alessandro Manzoni
“A proposito del romanticismo e del Risorgimento italiano si cita spesso la triade dio, patria e famiglia, quasi in contrapposizione alla triade della rivoluzione francese, libertà, eguaglianza, fraternità. – così Sergio Mattarella durante la cerimonia in onore di Alessandro Manzoni – È una cesura eccessivamente schematica. Il romantico e cattolico Manzoni, in verità, non rinnega i valori della rivoluzione francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto sul quello più trascurato, la fraternità”, aggiunge il presidente senza nominare mai Lollobrigida.
“Nella visione di Alessandro Manzoni è la persona, in quanto figlia di dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”, conclude poi Mattarella con quello che a molti è sembrato un riferimento alle parole pronunciate da Lollobrigida poco prima.
“Io credo che il presidente, se avesse voluto riferirsi a me, avrebbe fatto in modo che lo sapessi prima. – si schermisce però Francesco Lollobrigida – Il 24 maggio sarò a una cena di Stato al Quirinale. Ci sarà anche il presidente dell’Angola: parleremo dell’emergenza alimentare. Io ascolto sempre con deferenza le parole del presidente della Repubblica, come quelle del Papa. Non penso che vadano interpretate. Altrimenti rischieremmo di strumentalizzarle. Io posso solo citare la figura di Alessandro Manzoni, cui il presidente Mattarella si è ispirato ieri in occasione del 150mo anniversario della morte. C’è stato un autore italiano, come colui che ha scritto i Promessi sposi, che più ha trasmesso il concetto di matrimonio e dunque di famiglia? Mi limito a dire che ‘Dio, Patria e famiglia’ è un motto mazziniano”.
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