La notizia è passata inosservata, ma nell’ambiente politico ha avuto un’eco fortissima. Sergio Mattarella ha infatti voluto chiamare al Quirinale i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, per una ricognizione sul Recovery. La convocazione rivela preoccupazione da parte del Capo dello Stato. Il timore più grande è che l’Italia sia già in netto ritardo. I tempi di approvazione del piano da cui, senza retorica, dipende la salvezza del Paese si sono troppo dilungati. L’oggetto in questione e la presenza delle tre cariche più alte dello Stato dà il senso di un segnale che il presidente della Repubblica vuole lanciare. A tutti, soprattutto ai partiti. (Continua a leggere dopo la foto)
Come analizza HuffingtonPost, “c’è chi propone referendum che avvelenano il clima sulla giustizia, con proposte che non riuscì ad approvare nemmeno Berlusconi, chi propone provvedimenti sui diritti che non riuscì ad approvare nemmeno con Gentiloni, insomma la campagna elettorale che non fa rima con unità nazionale. E intanto siamo in ritardo. Non è malizia del cronista immaginare e scrivere che Mattarella recepisca una preoccupazione di Draghi, che della collaborazione del Parlamento e dei partiti ha bisogno, per tradurre in pratica quel “garantisco io” dato all’Europa per incassare il superamento del primo step”. (Continua a leggere dopo la foto)
Già, perché i tempi sono importanti per il Recovery e Mattarella lo sa bene: entro il 20 maggio, cioè entro otto giorni, deve essere approvato il decreto Semplificazioni con le norme per sbloccare gli appalti e le autorizzazioni ambientali e per rendere più efficiente la Pubblica amministrazione. “Il lavoro, coordinato dal sottosegretario Roberto Garofoli, procede non senza difficoltà e con la scadenza che è dietro l’angolo. Entro la fine del mese, cioè tra meno di venti giorni, il Governo deve approvare anche il decreto per la governance del Recovery. Entrambi i decreti finiranno in Parlamento”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il messaggio che filtra dal Colle dice che c’è “l’esigenza di assicurare un percorso efficace e tempestivo di esame e approvazione dei numerosi provvedimenti normativi che attuano il piano presentato dall’Italia alla Commissione europea, necessari per ottenere il trasferimento delle previste risorse del programma Next Generation”. La testa del Recovery è a palazzo Chigi, ma il braccio operativo e collaborativo è il Parlamento. Alle Camere – è il senso del messaggio di Mattarella – non sono ammessi ritardi.
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