Le dimissioni di Mario Draghi sono state respinte. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha infatti accettato la decisione del premier Mario Draghi annunciata in Consiglio dei ministri, prima di tornare al Quirinale. Il premier aveva spiegato: “Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più”.
Secondo Draghi non ci sarebbero più le condizioni per realizzare il programma. Il premier ha ringraziato i ministri: “Dobbiamo essere orgogliosi per lavoro svolto”. Appuntamento ora per mercoledì 20 luglio, quando Draghi riferirà alle Camere: le sue dimissioni potrebbero subire un ritardo a causa degli impegni internazionali, nel caso specifico il vertice intergovernativo in Algeria del 18 e 19 luglio fissato mesi fa per stringere nuovi accordi sul gas.
In queste ore Draghi è salito due volte al Colle, prima per aggiornare Mattarella e poi per rassegnare le dimissioni. Il tutto a seguito dello strappo, annunciato del Movimento Cinque Stelle, che compatto ha deciso di non partecipare al voto in Senato. Tutti i parlamentari grillini hanno disertato la votazione, con la fiducia comunque confermata: 172 sì e 39 contrari.
Nelle ore precedenti c’era stato un tentativo di allontanare la crisi da parte del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà: la proposta di evitare la fiducia sul provvedimento non ha però convinto Palazzo Chigi. Il premier aveva indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul provvedimento.
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