Sta scatenando una bufera social il post pubblicato su Twitter da Matteo Bassetti, Il direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova racconta un episodio che pare averlo coinvolto in prima persona. L’infettivologo è entrato senza mascherina in un supermercato, come consente la legge dal primo di maggio, ma in quel momento si è sentito osservato come se fosse un “bandito”. In realtà è da tempo che Bassetti prova ad avvertire circa i rischi di un utilizzo sbagliato delle mascherine, divenute ormai quasi uno “strumento cosmetico”.
“Entri al supermercato senza mascherina e vieni guardato come un bandito pronto a fare una rapina. Che tristezza…Dobbiamo lavorare per ricostruire coscienze devastate e percezioni errate del rischio infettivo”. È questo il cinguettio di Matteo Bassetti che tanto sta facendo discutere i social. In molti infatti non gli perdonano le sue dichiarazioni dei mesi scorsi, in cui insisteva sulla necessità di misure sempre più restrittive, limitando soprattutto la possibilità dei non vaccinati di entrare in contatto con i vaccinati attraverso un uso pervasivo del green pass.
Ultimamente però Bassetti si è abbastanza ammorbidito. Anche perché di Covid in tv non se ne parla quasi più. “La mascherina va usata quando serve. – ha detto nei giorni scorsi – Vedo tante persone che hanno mascherine in tasca e nelle borsette che risalgono alle guerre puniche. Il problema non è avere la mascherina, ma usare questo strumento quando ha senso. Ha senso mantenere l’utilizzo facoltativo con forti raccomandazioni in alcuni contesti. Ma con l’obbligo il rischio è di continuare a svilire lo strumento e si rischia un suo uso cosmetico”.
Di parere totalmente opposto rispetto a Bassetti si dimostra Walter Ricciardi. “Negli Usa sono già in rapidissima evoluzione due sottovarianti di Omicron che hanno una capacità di contagiosità enormemente superiore al ceppo di Wu Han. – avverte il consulente del ministro Speranza – E questo crea problemi nel momento in cui noi non utilizziamo appieno quello che sono le tecnologie e le conoscenze di sanità pubblica, cioè una campagna vaccinale estensiva in tutto il mondo, la capacità di convincere le persone a vincere la loro esitazione vaccinale, convincere le persone a usare le mascherine”.
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