Matteo Messina Denaro è morto: il boss delle stragi stroncato dal tumore. Questo è l’epilogo di uno dei capimafia più ricercati d’Italia, che si è contraddistinto per la sua ferocia e la sua capacità di sfuggire alle grinfie della giustizia per decenni.
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Arrestato il 16 gennaio dai carabinieri del Ros a Palermo, mentre si recava per una seduta di chemioterapia, la sua cattura fu resa possibile grazie alla scoperta di un pizzino, che conteneva dettagli sul suo stato di salute, ritrovato nella casa della sorella. Nonostante la malattia, Denaro non ha mai mostrato segni di pentimento, affermando chiaramente dopo l’arresto: “Non mi pentirò mai”.
La sua latitanza trentennale venne interrotta radicalmente nel 2020, a causa del tumore che lo affliggeva. Ricoverato nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila il 8 agosto, la sua condizione si è rapidamente deteriorata, portandolo al coma il venerdì precedente la sua morte. Come stabilito dal suo testamento biologico, gli fu interrotta l’alimentazione, ma non l’idratazione.
Durante la sua latitanza, Messina Denaro si era contraddistinto come uno dei principali mandanti delle terribili stragi di Capaci e via d’Amelio, nonché delle bombe esplose a Firenze, Roma e Milano. Il suo ruolo nei crimini mafiosi non si limitava a questo: fu infatti condannato anche per il sequestro e l’omicidio di Giuseppe Di Matteo e l’uccisione dell’agente Giuseppe Montalto. Era uno stretto alleato di Salvatore Riina e giocava un ruolo chiave nella cosiddetta “Super cosa”.
Il suo arresto, avvenuto all’inizio di quest’anno, fu il risultato di una lunga indagine guidata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. Quando fu arrestato, aveva con sé due telefonini e, in un appartamento, furono trovati oltre mille pizzini, che ora sono oggetto di indagini. Il suo arresto ha svelato una rete intricata di complici e tradimenti.
Ora che Matteo Messina Denaro non c’è più, sorgono domande sulla direzione futura di Cosa nostra. Nonostante la sua morte, la mafia mostra segni di adattabilità e resistenza, sfruttando nuove opportunità nel mercato della droga e stabilendo nuove alleanze segrete. Il lascito di Denaro, tuttavia, rimane: una mafia imprenditrice, che punta a nuove relazioni segrete, pronta a sfidare le forze dell’ordine a ogni passo.