Matteo Messina Denaro è morto. Il feretro del boss di Cosa Nostra, scortato dagli uomini del Gom, ha varcato il cancello del cimitero di Castelvetrano (Trapani) poco dopo le 8.10 di questa mattina. Presenti alle esequie il fratello Salvatore e le sorelle Giovanna e Bice, visto che le altre sorelle, Patrizia e Rosalia, sono attualmente detenute. Più distanti, anche la figlia Lorenza Alagna e la nipote Lorenza Guttadauro. Ma anche alcune suore avrebbero voluto tributare l’ultimo saluto al capo mafia. Lo raccontano al Corriere della Sera.
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Matteo Messina Denaro morto: la rivelazione delle tre suore
Le protagoniste di questa vicenda sono Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, tre monache benedettine di clausura del monastero dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, arrivate intorno alle 11 del 26 settembre all’ospedale San Salvatore dell’Aquila per una visita oculistica, visto che Madre Donatella soffre di un serio problema agli occhi. Ma che cosa c’entrano le tre suore con Matteo Messina Denaro?
Una volta terminata la loro visita, fermate dai giornalisti presenti per seguire il feretro del boss, le tre suore hanno sorpreso tutti con le loro dichiarazioni, confessando di aver fatto una deviazione, prima di dirigersi verso l’uscita dell’ospedale. “Siamo passate all’obitorio. – racconta Madre Donatella – Sapevamo che c’era la salma di Matteo Messina Denaro e volevamo pregare per lui, malgrado tutto. La polizia però non ci ha fatto entrare”.
“Sì è vero, volevamo pregare davanti alla salma. – conferma suor Emanuela – Sappiamo benissimo chi è stato e i reati che ha commesso ma è pur sempre un figlio di Dio”. “Gli è stato negato il funerale religioso, va bene. – aggiunge poi Suor Teresa Benedetta – Ma ricordatevi che ogni anima ha diritto ad essere salvata”. Non tutti però la pensano come le tre suore benedettine. “Voglio stigmatizzare con forza quanto accaduto nella chiesa di Casalnuovo di Napoli, dove si stava per celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro. – sbotta il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo – Un’iniziata raccapricciante in contrasto con il processo di scomunica che la chiesa ha avviato per i mafiosi e che merita la condanna incondizionata di tutti quelli che credono nello Stato. Questo è un monito a non abbassare mai la guardia su legalità e giustizia”.
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