Matteo Messina Denaro non ha certo trascorso tutti e 30 gli anni della sua latitanza praticamente sotto casa. Dai riscontri che stanno emergendo dalle investigazioni, il boss della mafia ha girato sicuramente per molte regioni d’Italia e anche all’estero. Sia in Paesi europei che africani, come Tunisia e Marocco. Anche se non è ancora chiaro che cosa ci sia andato a fare. Insomma, il corleonese sarebbe tornato nella provincia di Trapani soltanto negli ultimi due o tre anni. Da quando cioè ha scoperto di essere ammalato di cancro e ha deciso di curarsi in Sicilia. Dalla documentazione rinvenuta nel suo covo di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, inoltre, emerge che il boss spendeva fino a 15mila euro al mese. Lo riporta il quotidiano romano Il Messaggero.
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Matteo Messina Denaro in Tunisia
Secondo Il Messaggero, dunque, Matteo Messina Denaro ultimamente si sarebbe recato in Spagna, probabilmente proprio per cercare di risolvere i suoi problemi di salute. Già nel 1994 si sarebbe sottoposto ad una operazione chirurgica preso la clinica Barraquer di Barcellona, allo scopo di correggere un problema all’occhio destro, il cosiddetto strabismo del miope elevato. La prima segnalazione del boss in Tunisia risale invece al 2010. “Caro Matteo, tu che vivi nel caldo tepore dei focolari domestici mazaresi, sappi che io ti vedo. – si legge in una lettera anonima – Ti vedo fare la spola tra Torretta e la Tunisia con il tuo gommone a forma di pane. E vedo ancora il tuo sguardo preoccupato leggere queste parole”.
Secondo il racconto di alcuni pentiti, anche il padre di Matteo Messina Denaro, don Ciccio, era solito spostarsi in gommone tra le coste siciliane e quelle della Tunisia. Qualche tempo fa i carabinieri del Ros avevano anche sperato di poter acciuffare proprio lì il boss latitante, visto che il suo fedelissimo Giuseppe Guttadauro, boss del quartiere palermitano di Brancaccio, aveva forti interessi nella località di Larache, in Marocco.
Gli altri viaggi del boss
In Montenegro, invece, Matteo Messina Denaro ci sarebbe andato soltanto per il gioco d’azzardo di cui è un appassionato. Frequentava i casinò del Paese balcanico sotto falso nome. Più recentemente invece, Luca Bellomo, marito della nipote del boss e avvocato Lorenza Guttadauro, è stato intercettato mentre si trovava a Tirana, in Albania. Secondo gli investigatori avrebbe fatto da guardaspalle al boss trapanese, stringendo apporti con esponenti locali di imprenditoria e politica. Tra le tappe dei suoi viaggi, infine, non poteva mancare nemmeno la Calabria. Sempre secondo Il Messaggero, ci si sarebbe recato per la prima volta nel 2017 per stringere rapporti con alcuni esponenti delle cosche di ‘ndrangheta. Particolare emerso da alcune intercettazioni.
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