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“Così non si può”. Il feroce sfogo di Salvini dopo il ricordo delle vittime di Genova. Un attacco con un bersaglio preciso

Acque agitate, agitatissime all’interno di una maggioranza gialloverde le cui singole componenti sembrano sempre più in rotta di collisione, con la tensione che continua a salire giorno dopo giorno mentre si avvicina la resa dei conti della manovra finanziaria. Nelle ultime è stato Matteo Salvini ad alzare la voce contro gli alleati di governo, come riportato dal Corriere della Sera. Il ministro dell’Interno e leader della Lega non ha gradito, così come altri esponenti dell’esecutivo, il metodo portato avanti dal Movimento 5 Stelle. Insieme al ministro degli Esteri e dell’Economia, la Lega ha minacciato di non presentarsi alla riunione di governo per approvare un testo che non era stato reso noto in pre-consiglio e sul quale il Movimento 5 Stelle chiedeva sostegno a scatola chiusa.

Un presa di posizione non certo morbida da parte di Salvini nei confronti dei pentastellati. E c’è di più: “l’appuntamento era stato preceduto dalla gran cassa mediatica grillina, l’indomani si sarebbe celebrata a Genova la ricorrenza della tragedia del Ponte Morandi” sottolinea Francesco Verderami. Momenti di forte agitazione ai quali ha fatto seguito un compromesso che però non è stato facile da trovare: Luigi Di Maio ha lavorato con Matteo Salvini per raggiungere un’intesa prima della riunione, con la vicenda che ha messo a dura prova l’intesa tra i due vice-premier.  Salvini è dovuto intervenire anche su Giovanni Tria e Enzo Moavero, con i due ministri che avevano annunciato di non voler partecipare alla votazione e che, soprattutto per gli aspetti tecnici del decreto, volevano avere delle garanzie. Il numero uno del Carroccio ha invitato i colleghi dell’esecutivo a superare le obiezioni, ma non ha lasciato spazi a dubbi rivolgendosi al Movimento 5 Stelle: “Noi abbiamo già portato pazienza sul decreto corruzione, ma ora basta”. E ancora, sottolinea Verderame: “è un problema di metodo. Prima si prepara un provvedimento e si trova tra noi un accordo, e dopo viene il resto. Così non si lavora”.

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