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Mattia punito dalla scuola perché ha i capelli blu: “Ingiusto non potersi esprimere liberamente”

Aveva deciso di tingersi i capelli di blu “per sentirsi unico e distinguersi dalla massa”, e invece quella decisione apparentemente innocente è stata stroncata in tronco al suo arrivo a scuola. Mattia Ticozzi, studente di quinta dell’istituto alberghiero Carlo Porta di Milano, giovedì scorso è stato escluso dalle lezioni finché non avrebbe rivisto il suo alternativo look dai capelli colorati, in quanto vietato dal regolamento di istituto. Il ragazzo il giorno dopo ha tagliato i capelli, non cambiando il colore, prendendo una nota che è stata poi ritirata quando li ha tinti di nero. “La dirigente mi ha dato tre giorni per cambiare l’acconciatura – ha raccontato al Giorno -. Io non l’ho fatto e sono stato minacciato di non poter più entrare in aula, così ho scelto di lasciare solo le punte di quel colore. Ma anche così non andavano bene. La situazione mi è costata una nota, poi tolta, una chiamata a mia madre e sgridate davanti a tutti. Per cosa? Dei capelli blu? Mi sono sentito discriminato”.

Giovedì scorso la direzione del Carlo Porta di Milano ha comunicato allo studente 18enne che doveva coprire o tagliare la ciocca di capelli che si era tinto di blu perché vietata dal regolamento. Lo ha fatto, ma adesso altri studenti manifestano contro questa imposizione: “Non è giusto non potersi esprimere liberamente”. A protestare a sostegno di Mattia si sono mobilitati una trentina di ragazzi, tra cui alcuni rappresentanti dell’Unione degli studenti e dei Giovani democratici, consapevoli delle regole scolastiche: “Il colore dei capelli nel 2021 non può definire né il valore di una persona né se sia un bravo professionista – ha spiegato l’alieva Alessia Polattini, 18 anni – Accettiamo la divisa e le disposizioni di natura igienico sanitaria, io stessa per esempio non uso più lo smalto per le unghie, ma il colore dei capelli non rientra tra queste”.L’istituto Carlo Porta di Milano, è uno dei più importanti in Italia tra quelli di enogastronomia, ed ha un rigido dress code, anche se non ha specifiche chiare in merito ad acconciature e tinte per capelli. La dirigente scolastica Rossana de Gennaro dal canto suo non ha voluto replicare ma ha mandato a dire al Corriere della Sera che “la scuola con serenità vuole proseguire il dialogo con gli studenti”. “La nostra è una scuola professionale – ha ribadito la preside parlando col quotidiano milanese -, nel patto educativo che sigliamo con gli studenti, le famiglie e le aziende, noi ci impegniamo a formare professionisti di alto livello e a prepararli nel modo migliore”.
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