Nel suo primo discorso davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha cercato di trovare un equilibrio tra l’elogio del sovranismo e la necessità di un multilateralismo efficace. Sebbene abbia sottolineato l’importanza dei concetti di nazione e identità, ha chiesto un impegno globale contro i flussi migratori e il traffico di esseri umani.
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“Combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”, ha affermato Meloni. Questo discorso interviene in un momento in cui l’ONU ha mostrato segni di paralisi, aggravata dal conflitto tra le superpotenze, con l’Ucraina come scenario principale.
Durante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la presidente Meloni ha avuto un incontro con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, mettendo in evidenza l’importanza dell’Ucraina nell’equilibrio geopolitico.
Meloni ha dedicato gran parte del suo discorso all’emergenza migratoria, descrivendo come i trafficanti approfittino della disperazione delle persone, offrendo falsi sogni di un viaggio sicuro in Europa. Ha correlato l’attuale instabilità in Africa e l’aumento degli arrivi di migranti con l’azione della Russia in Ucraina, sottolineando come queste azioni abbiano portato a una maggiore instabilità, rendendo alcune regioni vulnerabili al terrorismo e al fondamentalismo.
Il tono critico di Meloni nei confronti dell’ONU segue le recenti critiche all’Unione Europea, mostrando la tensione tra le visioni sovraniste e la realizzazione che i problemi attuali sono di natura globale. Ha concluso il suo discorso sfidando l’ONU, citando il suo atto fondativo e sottolineando la necessità di affrontare le nuove forme di schiavitù nel mondo odierno.
In questo complesso scenario geopolitico, la presidente del Consiglio italiana cerca di costruire un ponte tra i valori tradizionali della destra e la crescente consapevolezza della necessità di un approccio globale ai problemi mondiali.