No allo strappo coi magistrati, da Algeri Giorgia Meloni ferma il ministro Carlo Nordio sulle intercettazioni. E medita di rivedere il provvedimento annunciato dal guardasigilli, di fatto sconfessandone l’operato.
MELONI RICHIAMA AL BUONSENSO
Sulle intercettazioni la Meloni, costi quel che costi, non vuole andare a scontro coi magistrati. “Lavoriamo assieme, non c’è alcuni bisogno di uno scontro – dice la premier, in visita ufficiale ad Algeri -. Bisogna lavorare assieme per capire dov’è che il meccanismo dello Stato di diritto non funziona e cercare le soluzioni. Nordio e la magistratura lo sanno meglio di me, io cerco di metterci il buonsenso. Quando si affrontano queste materie sembra quasi necessario doversi scontrare. Io penso invece che le persone di buona volontà capiscano che dove ci sono problemi e li risolvono. Si fa così tra persone capaci di mettere davanti l’interesse della nazione”. No allo strappo coi magistrati, dunque, e Nordio deve adeguarsi.
Dopo la polemica sollevata coi magistrati nei giorni scorsi dalla stesso Nordio, che ha incassato però il sostegno di Berlusconi e Forza Italia, Meloni frena sulle intercettazioni per riprendere in mano le redini del governo: di uno strappo coi magistrati non se ne parla.
La risposta di Nordio non si è fatta attendere. “Le intercettazioni per quanto riguarda i fenomeni di terrorismo e di mafia non saranno minimamente toccate – ribadisce il ministro della Giustizia -. Anche per i cosidetti reati ‘satellite’, ovvero ‘spie’ di fenomieni mafiosi e terroristici non ci saranno delle sostanziali modifiche. Certamente la corruzione è un reato spia, come la falsa fatturazione di operazioni inesistenti per la creazione di fondi neri, sono tutte operazioni per le quali le indagini possono ricondurre alla mafia”.
Poi una stoccata alla premier. “E’ una grande soddisfazione che la presidente Meloni fosse con me in perfettissima sintonia sulle riforme della giustizia – conclude -. Il cronoprogramma è stato annunciato dalla stessa Meloni a tutti i ministri nell’ultima riunione affinché ogni ministero presenti un programma di ciò che è stato fatto e di ciò che sarà fatto nei prossimi 3-6 mesi. Vista la priorità che ha la riforma della giustizia, ci sarà un incontro, spero il prima possibile visti gli impegni della premier. Si tratta di stendere quello che già sappiamo perché il programma già esiste”.