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Meloni e quelle lacrime in pubblico

“Noi femmine, noi mamme, ogni tanto facciamo questa cosa” di piangere. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite della cerimonia di Chanukkià al museo ebraico di Roma si commuove all’inizio del suo intervento, dopo l’introduzione di Ruth Dereghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma.

“Io sono molto contenta di essere qui per questa cerimonia perché ho riflettuto sui tanti significati che sono raccolti in questa celebrazioni e penso che occorra dare a questi insegnamenti la massima divulgazione”, così la premier Giorgia Meloni. “La storia di questa festa è una festa di coraggio, di un popolo che difende la sua identità, tradizioni, fede”, cose che al momento “vengono considerate troppe spesso un ostacolo o un nemico. Io penso
che senza quello che ci portiamo dietro, noi non possiamo avere né la forza né la consapevolezza per affrontare sfide che abbiamo di fronte”.

“Penso – ha detto ancora Meloni – che sia estremamente prezioso ricordare che senza quello che ci definisce e che da profondità alle nostre esistenze, non possiamo avere né la forza né la consapevolezza né le ragioni giuste per affrontare adeguatamente le sfide. Il popolo ebraico l’ha sempre saputo, più di tanti altri e questa è la ragione per cui la sua identità e le sue tradizioni sono ancora così vive ed è stata proprio questa capacità che ha reso il popolo ebraico così resiliente, pur avendo attraversato tante difficoltà atrocità, compresa l’ignominia della leggi razziali, per quello che ci riguarda”.

“Vengo qui – ha aggiunto – con una piccola, grande vittoria, più grande che piccola: siamo riusciti in Europa a spuntarla sul tetto del prezzo del gas. E’ una battaglia che molti davano per spacciata e l’abbiamo portata a casa. La volontà e la consapevolezza parte sempre da una cosa: essere consapevole di chi sei ed essere fiero di chi sei. Quando hai quella consapevolezza, hai la capacità di raccontare qualcosa di più e di insegnare e di imparare dagli altri”.


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