Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è finita sotto la lente d’ingrandimento di Selvaggia Lucarelli che, sul Fatto Quotidiano, ha tratteggiato il ritratto della sua clamorosa ascesa “low-budget”. Non sarà sicuramente contenta la Meloni di questo articolo, visto che la Lucarelli la definisce, già nel titolo, una vera “leader da discount”. Ma è chiaro che il suo è un ragionamento più complesso e non ci si deve fermare ai titoli. Scrive la Lucarelli: “Quella che se Salvini cavalca la paura, lei cavalca il coraggio: il coraggio di dire la prima cosa chele viene in mente, esattamente come le viene in mente”.
“Quella che se Salvini parla alla pancia degli italiani, lei parla all’intestino crasso. Quella che se Salvini parla come il cittadino medio al bar, lei parla come il cittadino medio al bar dopo sei prosecchi. Quella che se Salvini fa i selfie con la carbonara, lei si preoccupa del cous cous nelle mense scolastiche. Quella che se Salvini muove le pedine della sua comunicazione guidato da Morisi e la Bestia, lei è La Bestia”. La Lucarelli poi spiega cosa intende con “bestia”, non è di certo un insulto.
“La Bestia nel senso del talento istintivo e impetuoso con cui riesce a sintonizzarsi con le piazze dando l’idea di non aver pianificato nulla, manco un appuntamento dal parrucchiere per ritoccare le meches. Salvini è populismo, lei è popolo. Salvini è mojito, lei è il caffè con la Sambuca. Salvini è il Papeete Beach, lei è la mamma che in spiaggia tira fuori la borsa frigo e il tavolino pieghevole. Insomma, la Meloni rischia seriamente di rosicchiare voti a Salvini mese dopo mese, anno dopo anno, comizio dopo comizio”.
“Un’ascesa low budget, la sua, che nel giro di pochissimo l’ha incoronata leader di partito politico con più consensi”. La Meloni in Umbria ha incassato un successo personale: solo Fratelli d’Italia ha guadagnato voti rispetto alle elezioni europee tra centrodestra, centrosinistra e grillini che ne hanno persi i tre quarti.
“Per contrastare l’immigrazione, lei vuole il blocco navale e la costruzione di muri. A questo punto direi che le due idee sono conciliabili: traslochiamo il Mose, che così diventa pure utile a qualcosa. Un enorme muro di ferro sollevabile a comando in mezzo al Mediterraneo. Rendendolo carrabile lo puoi pure vendere come il ponte di Messina così Berlusconi, a cui in fondo i profughi stanno simpatici, è contento e non rompe i coglioni”.
“Alla fine, però, a Giorgia si perdona tutto, perché il budget è quello che è. Anzi, è la sua forza. Salvini ha dietro i russi. Lei al massimo ha La Russa. È così che alla fine li asfalterà tutti”.
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