Giorgia Meloni punta a rafforzare la sua influenza in Europa e, per raggiungere questo traguardo, ha scelto di intraprendere un’importante iniziativa insieme al suo gruppo nel Parlamento europeo. I Conservatori dell’Ecr, infatti, hanno avviato un significativo avvicinamento al Partito Popolare Europeo (Ppe), con l’intento di rompere l’isolamento politico. A metà ottobre, a Dubrovnik, in Croazia, si terrà il congresso dell’Ecr, e per la prima volta il Ppe è stato invitato ufficialmente a partecipare. Questo congresso, che avrà luogo dal 18 al 20 ottobre, rappresenterà un appuntamento cruciale per i Conservatori. Tra i partecipanti figura anche la commissaria croata Dubravka Suica, che potrebbe giocare un ruolo importante nel rafforzamento delle relazioni tra le due formazioni politiche.
La strategia di Meloni mira a far uscire l’Ecr dal cosiddetto “cordone sanitario” che isola i partiti di destra più radicali, come i Patrioti di Salvini e l’Afd in Germania. Grazie a questa manovra di avvicinamento, Meloni ha già ottenuto alcuni risultati notevoli, come la vicepresidenza del Parlamento europeo assegnata ad Antonella Sberna e la nomina di Raffaele Fitto a Commissario nella Commissione europea.
Tuttavia, questi successi non bastano a dissipare le preoccupazioni di una possibile forte opposizione da parte di Liberali e Socialisti, che guardano con apprensione a un’eventuale alleanza tra il Ppe e i Conservatori. È importante notare che Antonio Tajani, leader di Forza Italia, è tra i principali sostenitori di questa possibile coalizione. Durante il congresso in Croazia, si aprirà anche la discussione sulla leadership dei Conservatori. Meloni ha già annunciato da tempo la sua intenzione di lasciare la guida dell’Ecr, e il possibile successore sembra essere l’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki.
Questa scelta, tuttavia, potrebbe generare tensioni con il Ppe, poiché in Polonia il principale rivale di Morawiecki è Donald Tusk, una figura di rilievo tra i Popolari europei. La decisione finale potrebbe riservare colpi di scena, con Meloni che, alla fine, potrebbe optare per rimanere alla guida dell’Ecr per evitare di compromettere i progressi raggiunti nel riavvicinamento con il Ppe.