Sempre meno pronti a fare figli e con una crescente voglia di fuggire all’estero, lontano: sono questi gli italiani dipinti dall’ultimo rapporto sugli Indicatori Demografici diffuso nei giorni scorsi dall’Istat, sulla base di dati che come ricorda il Sole 24 Ore rendono ancora più fosche le stime che per l’Italia parlano di recessione e di crescita economica lenta, la più lenta di tutta l’Ue. Nel 2018 hanno fatto le valigie in 160mila, il 3,1% in più rispetto all’anno precedente, il dato più alto dal 1981. Gli anziani sono in aumento (quasi il 23% della popolazione è over 65), con inevitabili effetti sulla spesa per le pensioni, tra le più alte dell’area Ocse.
Difficile prevedere una risalita dell’economia quando i dati parlano di un Paese che si “svuota”: la popolazione in Italia è in calo per il quarto anno consecutivo, dice l’Istat, e quelli che vanno all’estero sono più di quelli che tornano. “Se questi cervelli e queste mani non tornano o non vengono rimpiazzati da altri cervelli e altre mani, l’economia esaurirà il carburante” dice Andrea Garnero, economista dell’Ocse, intervistato sui numeri italiani dal Financial Times.
Al 1 gennaio 2019, dice l’Istat, i residenti nella Penisola sono 60 milioni e 391 mila, oltre 90mila in meno rispetto al 2018. I cittadini italiani scendono a 55 milioni e 157mila (-3,3 per mille), mentre gli stranieri residenti sono 5 milioni 234mila (+17,4 per mille) e rappresentano l’8,7% della popolazione. Nel corso del 2018, invece, le nascite sono state 449mila, 9mila in meno del già minimo valore raggiunto nel 2017 secondo un trend che anno dopo anno, avverte Istat, segna nuovi record sfavorevoli.
Nel 2018 sono 47 mila gli italiani rimpatriati e 120mila gli espatri. Il saldo migratorio con l’estero è positivo per 190mila unità, dice l’Istat, in leggero aumento rispetto alle +188mila dell’anno precedente. Aumentano non solo le emigrazioni, che come accennato raggiungono quota 160mila, ma anche le immigrazioni, pari a 349mila (+1,7%). Gli ingressi, soprattutto di cittadini stranieri (302mila), hanno toccato il livello più alto degli ultimi sei anni.
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