Enrico Mentana non ha peli sulla lingua, e quando deve dire qualcosa la dice. Stavolta, in un post su Facebook, ha sollevato un dubbio legittimo su un’affermazione del pm Nicola Gratteri. Scrive Mentana nella premessa: “Da oltre due mesi (ho cominciato il 22 gennaio, qui) denuncio le incongruenze e i ritardi del piano di vaccinazioni. Fin dall’inizio ho criticato due cose: che non si sia partiti dai più anziani e più fragili, e che si siano privilegiate genericamente due categorie (sanità e insegnamento) in cui arbitrariamente molte regioni hanno inserito di tutto, dai costruttori le cui imprese sono state impegnate in lavori di manutenzione ospedaliera a cooperative di volontariato che magari da dieci mesi non hanno più svolto azioni a contatto con possibili contagiati, da docenti e assistenti universitari a casa da un anno ai plotoni dei corsi di formazione, per lo più bloccati da tempo, dagli avvocati, tutti e a prescindere, agli impiegati degli assessorati alla sanità”. Poi l’attacco. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude la sua riflessione Mentana: “Ma in realtà l’impressione è che le maglie si siano “naturalmente” allargate ovunque. Ieri, per fare un esempio, il procuratore calabrese Gratteri (magistrato degnissimo), impegnato a respingere l’accusa di aver scritto la prefazione di un libro platealmente no vax, ha detto al fattoquotidiano.it che nel suo ufficio “siamo tutti vaccinati. Altro che proibizionismo!”. Tutti vaccinati? E come hanno fatto?”. Una domanda che ora deve ricevere una risposta.
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