È rimasta solo l’Italia a non aver ancora preso una decisione sulla riforma del Mes, il nuovo fondo europeo salva-stati.
il clima di incertezza è dovuto alle posizioni del nuovo governo, che in una mozione e in una dichiarazione pubblica ha espresso forti dubbi sulla sua approvazione.
Antonio Tajani, dal summit mediterraneo di Alicante, spiega: “La mia forza politica ha espresso la sua riserva sul regolamento del Mes, in particolare per il mancato controllo di chi guida il fondo da parte del Parlamento europeo. È una riforma poco europeista. Vediamo cosa decideranno le Camere. Ci sono delle perplessità anche tra i partiti della maggioranza”.
Intanto, però, la corte costituzionale tedesca ha respinto un ricorso contro la misura, spiazzando gli “osservatori” italiani.
A questo punto, le conseguenze delle decisioni possono portare a un ulteriore isolamento dell’Italia e a una maggiore distanza da Bruxelles, che potrebbe ricambiare con maggiore rigidità sulla legge di bilancio e sul Pnrr.
La palla è ora in mano a Giorgia Meloni, che non ritiene esistano le condizioni politiche per fare una marcia indietro sulle sue posizioni contrarie.
Ricorda Repubblica che a dicembre 2020, l’allora Meloni di lotta affermava: “Questa riforma del Mes è l’anticamera della cura greca. Io sono una patriota e voglio che rimanga agli atti che avevo avvertito: si sta materializzando l’antico volere tedesco, quello di farci pagare il debito con il risparmio privato”.
Con Giorgia Meloni c’è la pesante ombra di Matteo Salvini, che ha sposato la via dell’intransigenza e in questo le farebbe concorrenza.
La funzione mitigatrice potrebbe essere svolta da Giancarlo Giorgetti, che vorrebbe prima licenziare il bilancio.