Giorgia Meloni pronta a cedere sul Mes. Secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio avrebbe dato il via libera alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. L’Italia infatti è l’unico Paese membro dell’Unione europea a non aver ancora compiuto questo passo. Palazzo Chigi sarebbe già al lavoro per approvare un disegno di legge sulla materia entro un mese. Secondo alcuni retroscena, la Meloni avrebbe detto sì a Bruxelles sul Mes, chiedendo però in cambio di poter modificare in breve tempo il Pnrr. Richiesta che sembra essere stata accettata dall’Ue. Ma ora la maggioranza di centrodestra deve fare i conti sia con le critiche delle opposizioni che, soprattutto, dell’ala più dura del suo elettorato, che contro il Mes si era più volte schierata.
“I segnali ci sono tutti: sul trattato del Mes il governo si prepara alla retromarcia. – attacca in una nota Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione – Diranno che non lo utilizzeranno mai (ed essendo una specie di polizza assicurativa contro gli shock finanziari, lo speriamo tutti, ora che la linea di credito speciale sulla sanità è scaduta), ma alla fine ratificheranno. Dopo essersi trincerati prima nella sentenza della Corte costituzionale tedesca, poi nel precedente voto del Parlamento, inseriranno la marcia indietro, con buona pace della coerenza. Non è la prima e non sarà l’ultima giravolta ma, in questo caso, meglio tardi che mai”.
“Le notizie che arrivano dal versante del governo danno segnali chiari di cambio di rotta radicale sul Mes. – affondano il colpo la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e il vice capogruppo Piero De Luca – Si prepara ad una vera e propria inversione a U, che smentirebbe le posizioni demagogiche e propagandistiche sostenute negli anni. Meglio tardi che mai. Speriamo che l’esecutivo abbia finalmente capito che non può mandare il Paese a sbattere contro un muro”.
“L’Italia non può restare isolata in Europa, bloccando l’entrata in vigore di una riforma già approvata dagli altri Stati UE, che migliora uno strumento peraltro già esistente dal 2012. – proseguono gli esponenti Dem – Invitiamo allora il presidente del Consiglio Meloni e la sua maggioranza a fare presto, evitando di alimentare ulteriore confusione e di mettere a rischio la credibilità del nostro Paese. Ora si faccia presto. Si avvii subito il dibattito parlamentare, discutendo la nostra proposta di legge di autorizzazione alla ratifica delle modifiche del Fondo Salva Stati. Non possiamo perdere altro tempo”, si conclude così la nota.
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