Mario Centeno, presidente portoghese dell’Eurogruppo, ha chiuso le porte alla possibilità di procedere a delle modifiche sul testo del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità al centro di polemiche feroci all’interno del sistema politico italiano in queste settimane. “Non vediamo ragione per cambiare testo” ha detto Centeno, spiegando come l’accordo definitivo sia stato già raggiunto per tempo e che i Paesi al momento stanno sì ancora lavorando, ma soltanto su dei passaggi tecnici.
“La firma – ha spiegato – è attesa per l’inizio del 2020”. Affermazioni, quelle del ministro dell’Economia portoghese, che cancellano in un colpo solo le richieste del capo politico M5s Luigi Di Maio, che ancora nelle scorse ore aveva insistito attraverso il proprio profilo Facebook per chiedere un rinvio, a suo dire più che mai opportuno: “Sul Mes, siamo molto determinati. Per noi bisogna rinviare: così com’è non va bene, perché espone l’Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma”.
Pochi o nulli gli spazi di manovra, dunque, dopo le parole di Centeno. Nessun cambiamento in corsa, né nei contenuti, né sulla tabella di marcia. Era previsto fin dall’inizio che la firma del Trattato dovesse avvenire a febbraio 2020, in quanto sono necessari un paio di mesi per le traduzioni del nuovo testo, se si raggiungerà un accordo politico al Consiglio europeo dei prossimi giorni. “La firma a inizio 2020 – ha chiarito Centeno. non va interpretata come un rinvio, anche se l’Eurogruppo è disponibile ad andare incontro a tutti i dibattiti che sono presenti nei nostri Paesi”.
Parole che hanno reso ancora più difficile la missione del ministro Gualtieri, volato a Bruxelles con lo scopo preciso di provare a strappare delle condizioni migliori (nello specifico, modifiche alle clausole che regolano la possibilità di uno Stato di modificare i termini di pagamento del suo debito). Il nuovo commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha invece commentato: “È questo il momento giusto per fare passi avanti sul Mes e sull’Unione bancaria”.
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