L’Europa ha iniziato da diversi giorni a guardare all’Italia con forte apprensione, mentre continua il serrato braccio di ferro per sbloccare gli aiuti del Recovery Fund. A preoccupare Bruxelles è l’ostruzionismo che il Movimento Cinque Stelle sta facendo sul fronte Mes, una presa di posizione che potrebbe finire per bloccare la riforma del Fondo Salva-Stati, pensata per recepire di fatto proprio le richieste degli istituti italiani. E con la paura di una reazione a catena che potrebbe mettere di colpo in pericolo anche il piano Next Gen Eu da 750 milioni di euro.
Da Bruxelles, si è così alzata di colpo la pressione sul governo affinché si trovi un’intesa comune che permetta di sbloccare la situazione. Ma al momento, un punto comune non c’è, anche perché la spaccatura è all’interno dello stesso Movimento, con alcuni esponenti più ben disposti e altri saldamente barricati sul “no”. Una situazione che rafforza i dubbi dell’Ue sulla reale capacità dell’Italia di prendere decisioni sui dossier comunitari, a partire dal piano nazionale per accedere al Recovery.
Francia e Germania temono che il piano per la gestione dei soldi in arrivo dell’Ue venga presentato in ritardo o che porti a un’amministrazione poco oculata delle risorse messe a disposizione dell’Italia. Un eventuale flop farebbe segnare il passaggio a vuoto più grande nell’intera storia dell’Unione dalla nascita dell’euro, e complicherebbe tantissimo un futuro fatto di tante buone intenzioni che rischiano però di rimanere tali.
A guardare con interesse all’evolversi della situazione è anche Mattarella. Il presidente della Repubblica è stato chiaro con i giallorossi: se un governo a chiara vocazione europea dovesse cadere perché parte della maggioranza sceglie una linea anti-Ue, non ci sarebbero margini di manovra. Voto, senza possibilità alternative. Nemmeno quella di un governo tecnico. I Cinque Stelle, insomma, sono avvisati.
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