Andrea Bonafede per giustificare il fatto che Matteo Denaro Messina stava utilizzando il suo nome ha raccontato di un incontro “per strada, a Campobello di Mazara, con il suo vecchio amico di gioventù, più o meno un anno fa”: il geometra ha detto ai magistrati che il boss gli aveva chiesto un “piccolo favore”: acquistare una casa dandogli 15 mila euro in contanti (“In banconote da 50 euro”). La verità, a quanto sembra, è tutt’altra. E così il geometra è stato arrestato dai carabinieri. Gli contestano di avere favorito la latitanza del padrino delle stragi che era ricercato dal 1993. Per Bonafede, che era a casa della sorella, a Tre Fontane, frazione di Campobello di Mazara, è scattata l’accusa di associazione mafiosa.
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Uomo d’onore riservato
Bonafede sarebbe infatti un uomo d’onore riservato. Lo scrive il gip nella misura cautelare. “Si è in presenza, in sostanza, sia pure, in termini di gravità indiziaria di un’affiliazione verosimilmente riservata di Bonafede per volontà del Messina Denaro”, si legge nel provvedimento.
Nipote di un capomafia
D’altra parte Messina Denaro aveva tutto di Bonafede: una carta d’identità, una patente intestata, la tessera sanitaria, il bancomat. Tutto. Con l’identità Andrea Bonafede, il padrino aveva anche affittato i due covi scoperti dagli inquirenti. Andrea Bonafede è nipote dello storico capomafia Leonardo Bonafede, deceduto nel novembre del 2020 all’età di 88 anni.