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Santoro: “Il duello Travaglio-Berlusconi? Sbagliai, non feci il mio lavoro”

Lo ricordiamo tutti, l’epico scontro tra Marco Travaglio e Silvio Berlusconi da Michele Santoro. Era l’11 gennaio 2013. Mancava un mese e mezzo alle elezioni politiche dove il Pd avrebbe “non vinto” (cit. Bersani). Negli studi di “Servizio Pubblico” andava in scena il primo faccia a faccia tra l’ex Cav e il futuro direttore del Fatto Quotidiano. Una puntata di grande successo, seguita da 8.670.000 spettatori (share del 33,58%) e destinata a entrare nella storia della tv grazie alla memorabile “spolverata”, da parte del Cavaliere, della sedia dove pochi secondi prima si era seduto Travaglio.

Una trovata geniale che fece da trampolino di lancio per l’epica rimonta di Forza Italia. Più di sei anni dopo, Santoro racconta tutta la verità. Recitando, a colloquio con il Corriere della Sera, il mea culpa per avere “abbandonato la barca”, rinunciando a “fare il proprio lavoro”.

“In quella trasmissione con Berlusconi e Travaglio, assunsi una posizione sbagliata. Accettai che salisse la temperatura, come se il duello non mi riguardasse. Rinunciai a fare il mio lavoro. Uno skipper non abbandona mai la barca”, ammette Santoro, che allora fu criticato da sinistra per non avere contrastato abbastanza il leader del centro-destra. Quella volta, Berlusconi stupì il pubblico con un paio di guizzi da campione della tv.

Prima diede una spolverata alla sedia dove si era accomodato Travaglio, poi lesse il casellario giudiziario del giornalista dimostrandogli come “sia facile rovinare la reputazione di una persona leggendo in tv un compitino fatto a casa”. E Santoro? Silenzioso. Muto.

Durante una pausa pubblicitaria del programma, Berlusconi disse a Santoro: “Michele, ma come ci stiamo divertendo!”. Insomma, più di sei anni dopo Santoro ha ancora dei rimorsi per come gestì la trasmissione. Da allora un lento declino che lo ha portato ad emarginarsi dalla tv pubblica. “Adesso mi limito a gestire il mio sito, un laboratorio che sonda gli umori della Rete e produce contenuti. Finché potrò permettermelo”, racconta oggi l’ex conduttore.

L’obiettivo adesso è un altro: comprare ciò che resta de L’Unità. “Ho presentato un’offerta al proprietario, il costruttore Massimo Pessina”. Infine, ecco il giudizio che non ti aspetti su Berlusconi. “Uomo di straordinaria intelligenza, che nel 1994 fu capace come nessun altro d’intuire una svolta epocale. Aveva promesso la rivoluzione liberale e invece è stato ingoiato dalla burocrazia immobile. La stessa fine che farà Grillo”.

 

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