Michelle Causo, arrestato l’assassino presunto. La ragazza che tutti a Primavalle conoscevano. Era cresciuta troppo in fretta, figlia di un contesto difficile, profonda, intelligente e matura per la sua età. Frequentava il Liceo Gassman, sezione C, indirizzo psicopedagogico, scienze umanistiche. Uno dei suoi compagni di classe, oggi devastato dal dolore, la descrive come una compagna di risate e avventure, parte dello stesso gruppo di amici. “Ci vedevamo spesso anche fuori dalla classe, scherzavamo sempre. Michelle era molto matura, le piaceva molto studiare”, ricorda.
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Rabbia e disperazione nelle parole della madre: “Quel negro di m… me l’ha massacrata, voglio giustizia”. Così la mamma di Michelle Maria Causo rientrando a casa. La donna, visibilmente sconvolta, era accompagnata da tre persone che la sostenevano. Poi è entrata nel portone.
Poco dopo parla anche il padre: “Ce l’hanno ammazzata senza motivo, come un cane. Veniva questo amichetto, educato, a maniera, meglio degli italiani. Diceva che era innamorato penso, ma lei lo ha respinto perché ha il ragazzo dall’altra parte di Roma, che è disperato. Era un amico, mia moglie l’ha conosciuto, veniva spesso. Lei non era incinta, non stavano insieme. Ma dico io, se una ragazzina ti respinge gli fai questo?”. Poco dopo, un nuovo intevento televisivo della madre, durante la trasmissione Rai, “Ore 14”. “Io l’ho visto due o tre volte era molto educato, più del dovuto, lo avevo detto anche a mia figlia. Ieri ci aveva detto che usciva un po’ con gli amici, verso le 11, e visto che noi eravamo a Bologna per un’operazione di mio marito, sarebbe tornata presto a casa e avrebbe cucinato per il nonno. La chiamavamo ma non rispondeva e poi il suo telefono non ha squillato più dalle 12.50 di ieri”.
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Michelle Causo, arrestato l’assassino presunto a Primavalle
Per la morte di Michelle Causo è stato arrestato l’assassino presunto. Intanto arriva la notizia che è stato arrestato il 17enne fermato mercoledì sera a Primavalle per l’omicidio di Michelle Maria Causo. Il ragazzo, originario dello Sri Lanka, era stato sentito per tutta la notte in questura dalla polizia e dal pm a cui la Procura dei minori ha affidato l’inchiesta. L’accusa nei suoi confronti è di aver accoltellato la ragazza con diversi fendenti in più parti del corpo (almeno cinque o sei), averla chiusa in un grosso sacco nero di plastica ed aver cercato di disfarsi del corpo trasportandolo in un carrello della spesa fino ai cassonetti di via Stefano Borgia.
Qualcuno, forse un amico del suo gruppo per metà straniero e metà italiano, era passato dal supermercato Pim e aveva preso un carrello della spesa. Lo avrebbe portato a O.e lo avrebbe aiutato a caricarci sopra il cadavere di Michelle. L’adolescente, quando ormai erano le quattro del pomeriggio, avrebbe spinto il carrello per 450 passi lungo via Stefano Borgia arrivando, in fondo, all’altezza degli otto cassoni dell’immondizia differenziata. Tra il Moka Caffè e la Bottega Spagnoli, davanti al cancello marrone che cinge il prato incolto. Lì, ha abbandonato il carrello, il sacco, Michelle. La polizia cerca un complice: troppo pesante quel corpo per issarlo da solo sul carrello, “e nostra figlia sapeva difendersi”.
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Ad avvertire le forze dell’ordine era stata una persona che aveva notato il giovane con un carrello gocciolante di sangue girare per strada. Smentita invece la voce che i due fossero fidanzati e che la vittima fosse incinta. Il ragazzo quando è stato arrestato aveva ancora le scarpe sporche di sangue.
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Il supertestimone
Spunta anche un supertestimone dell’omicidio di Michelle Causo. Si tratta di una vicina di casa del ragazzo che ha visto il 17enne mentre cercava di disfarsi del corpo della sua vittima. “Erano circa le 15.30, non ricordo di preciso. Stavo ritornando da lavoro ed ero con mio figlio piccolo”, racconta la donna. Poi sale le scale del palazzo di via Giuseppe Benedetto Dusmet, tirandosi dietro il passeggino del suo piccolo di appena un anno.
Ed è in quel momento che incontra il presunto killer. “A un certo punto mi sono trovata di fronte questo ragazzo. Aveva questo grande sacco nero. Non era chiuso, era aperto alla fine. Ho visto che uscivano vestiti, sicuramente delle mutande, dei calzini. Di tutto e di più – ricorda la testimone – Quando mi ha visto, si è scostato. Mi ha dato la precedenza e mi ha fatto passare, anzi si è offerto di portare lui il passeggino. Un gesto gentile. Ma si vedeva chiaramente quanto fosse agitato”, conclude.
Il quartiere di Primavalle, solitamente vivace con le sue case popolari, l’alimentari, un parcheggio e via Stefano Borgia che si estende per centinaia di metri, è oggi un luogo di silenzio. Il choc per la morte di Michelle, vittima di femminicidio, è palpabile. In questa via, dove il corpo senza vita della ragazza è stato rinvenuto in un carrello della spesa, la vita sembra essersi fermata. Gennaro Torre, residente da 18 anni, è l’unico che ha voglia di parlare. Sconvolto e incredulo, descrive il quartiere come pericoloso e raffronta la scena del crimine a quelle di un film.
La reazione del quartiere
Pochi credono a un omicidio così efferato. Altri compagni di classe di Michelle arrivano sul luogo del delitto, restano in silenzio, sconvolti. Una barista locale racconta di aver pensato che le pattuglie della polizia fossero venute per un panino, finché una signora non le ha rivelato l’atroce verità.
Anche chi non conosceva direttamente Michelle è sconvolto. Una ragazza coetanea della vittima esprime il suo dolore: “La notizia ci ha traumatizzati, qui ci conosciamo tutti, è straziante. A 17 anni non può succedere una cosa del genere. La vita qui è difficile, ma se non vuoi stare in mezzo a certe dinamiche è difficile starne lontano. Siamo stati testimoni di diverse risse e litigi. Vivere qui è difficilissimo, soprattutto per noi giovani”.
Il silenzio è stato rotto solo dalle sirene e dai lampeggianti delle auto di polizia. Un residente di Via Borgia racconta di essere stato svegliato dai poliziotti alla ricerca di telecamere di sorveglianza. Quando ha chiesto cosa fosse successo, la risposta è stata che non potevano dire nulla. “Quando sono uscito con la mia compagna a vedere cosa fosse successo, ho visto tantissimi poliziotti e un capannello di gente. Da lì la notizia è rimbalzata ovunque. Sono scioccato e preoccupato”, confessa.
Oggi, il cuore di Primavalle piange la perdita di Michelle, una giovane donna dotata di un’intelligenza e una maturità al di là dei suoi anni, vittima di una violenta tragedia che ha lasciato un segno indelebile nel suo quartiere e nella vita di coloro che la conoscevano. Questo episodio di femminicidio lancia un messaggio forte e doloroso sulla violenza contro le donne, un problema che permea ancora la nostra società e che necessita di un’azione urgente. Questo brutale atto non solo ha tolto la vita a una giovane brillante, ma ha anche gettato ombre di paura e incertezza su un’intera comunità.
La rabbia di Primavalle
Mentre Primavalle piange Michelle, ricordandola come una ragazza che amava studiare, che non perdeva occasione di ridere e scherzare con i suoi amici, è fondamentale che il suo destino tragico serva a ricordarci l’importanza della lotta contro la violenza di genere.
Non dobbiamo permettere che la morte di Michelle sia inutile, ma utilizzarla come uno stimolo per innalzare la nostra voce, per lottare per un mondo in cui nessuna donna debba temere per la propria sicurezza. Michelle merita di essere ricordata non solo come vittima di un femminicidio, ma come una giovane donna piena di vita e di potenziale, che è stata tragicamente privata della possibilità di realizzarsi.
Il dolore e la rabbia che oggi avvolgono Primavalle devono trasformarsi in un impegno collettivo per garantire che tragedie come questa non si ripetano mai più. La memoria di Michelle deve risuonare come un monito e una chiamata all’azione. Dobbiamo unirci per garantire un futuro in cui le ragazze possano crescere in sicurezza, in cui possano ridere, studiare e vivere senza paura.
Un amico di Michelle sul suo presunto assassino: “Ha sempre fatto danni. con lui ce l’avevano in molti”
“Lui tutti lo conoscevano, già ce l’avevano un po’ di persone con lui, faceva i danni”. Un vicino di casa più o meno coetaneo di Michelle Maria Causo. “Siamo cresciuti insieme, Michelle era una brava ragazza”. Dice anche che la madre lo conosceva: “L’ha conosciuto, lei gli aveva detto che è un bravo ragazzo. Qualche volta li vedevo insieme. Michelle era un’amica stretta, uscivamo insieme. Era una ragazza solare”, l’ultima volta “l’avevo vista lunedì scorso a Battistini”.
Quanto al 17enne arrestato per l’omicidio “lo conosco di vista – dice l’adolescente – L’ho visto a Valle Aurelia, ma non mi piaceva. Tutti parlavano male di lui, per le cose che faceva”. Michelle “era unica come ragazza”, racconta un’altra amica alla stessa trasmissione. Però “da un mesetto non era più la stessa di prima, non si faceva più sentire”. Quanto al 17enne, “ha litigato parecchie volte coi ragazzi”, ha aggiunto, spiegando invece che con le ragazze era sempre stato gentile.
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