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Michelle Causo, hanno assalito la casa del killer

Michelle Causo assalita casa killer

Rabbia, voglia di vendetta e un forte desiderio di giustizia. Questi sono stati gli ingredienti di una manifestazione in memoria di Michelle Causo, tragicamente uccisa un mese fa in una palazzina a Primavalle. In una scena d’ira collettiva, un gruppo di 100 giovani, tutti di età compresa tra i 15 e i 18 anni, ha forzato l’ingresso dell’edificio in cui il femminicidio è avvenuto, causando ingenti danni all’appartamento del presunto assassino, un 17enne di origine cingalese. Gli adolescenti sono stati successivamente fermati e denunciati dalla polizia in tenuta antisommossa, con un 17enne arrestato.

La fiaccolata era partita in modo pacifico, guidata da Daniela Bertoneri, la madre di Michelle. Il corteo, anticipato da uno striscione con scritto “Mai più nessuna donna uccisa, Michelle vive per sempre”, aveva l’obiettivo di raggiungere via Dusmet, luogo dell’omicidio. Gli amici di Michelle si sono diretti verso l’appartamento del killer, accusando gli inquilini di essere complici per non aver sentito o segnalato nulla. “Siamo qui per manifestare contro la violenza. Lo Stato dov’è?”, è stato lo slogan ripetuto.

Tuttavia, la tensione è montata quando la polizia ha tentato di controllare la situazione. Gli agenti, in tenuta antisommossa, sono stati insultati, mentre il traffico in via di Torrevecchia è stato bloccato. In un episodio particolarmente agitato, i manifestanti si sono scagliati contro un’automobilista bloccata nel traffico, danneggiando la sua auto.

Il corteo si è concluso in via Borgia, dove il cadavere di Michelle è stato trovato nascosto tra i cassonetti della spazzatura. “Mi spiace che siamo pochi, qui a ricordare Michelle. Ma alla gente non gliene frega niente”, ha dichiarato una voce dal megafono, prima del momento di raccoglimento.

Tra gli interventi emozionanti, si è distinta la madre della vittima, Maria Causo. Rivolgendosi ai manifestanti che chiedevano l’ergastolo per il ragazzo arrestato, ha detto: “Lo Stato faccia il proprio lavoro perché è complice anche lui. Un delinquente del genere non doveva stare a casa. Precedenti c’erano stati e nessuno ha fatto niente”.

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