Microsoft continua con il suo progetto di costruire un data center in fondo all’oceano, al fine di scoprire quali possano essere i vantaggi derivati dall’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate posizionate sott’acqua. Il programma in questione è stato soprannominato Natick e prevede il lancio, nei primi giorni di questa settimana, di un serbatoio delle dimensioni affini a quelle di un container per le spedizioni in fondo all’oceano. Più precisamente, il sito identificato dal colosso di Redmond per ospitare il proprio data center di grandi dimensioni si trova al largo delle isole Orcadi, un arcipelago al nord della Scozia. L’idea è di studiare il comportamento del progetto Natick per gli anni a venire, così da capirne le reali potenzialità…
Microsoft, un data center nell’oceano: è possibile un matrimonio tra acqua e strutte informatiche?
Qualsiasi persona abbia mai provato a far venire in contatto dell’acqua con il proprio PC o con dispositivi informatici, sa bene quali sono le conseguenze… Com’è possibile allora posizionare un data center nei fondali oceanici? Interpellato dal sito specializzato Tech Crunch, Ben Cutler della Microsoft Research ha spiegato come la vicinanza a moltissimi centri abitati e il naturale nonché costante raffreddamento rappresentino due dei principali vantaggi di posizionare un data center sott’acqua.
Questo nuovo progetto, quindi, non è troppo distante dalla strategia di Microsoft di avvicinare la maggior parte dei data center ai principali centri abitati, così da rendere i servizi dell’azienda ancora più performanti. “In Microsoft abbiamo speso un’enorme quantità di energia e tempo per il cloud, e ovviamente di denaro” – ha spiegato Cutler a Tech Crunch, specificando “Quindi siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per innovare i nostri servizi. Quest’idea è nata da uno dei nostri dipendenti che ha lavorato su un sottomarino della Marina statunitense e conosceva quindi bene questo tipo di tecnologie che possono quindi essere applicate ai data center”.
Data center sempre più vicini ai centri abitati: il progetto Natick
Grazie all’idea del dipendente Microsoft di cui abbiamo anticipato, nel 2013 il colosso di Redmond ha lanciato quello che è stato soprannominato progetto Natick: la prima fase ha visto il lancio di una piccola nave con all’interno alcuni server nelle acque dell’Oceano Pacifico. Dopo mesi di attività, si è arrivati alla conclusione che la nave non aveva apportato modifiche sostanziali alle temperatura delle acque, se non per qualche millesimo di grado Celsius. La marina locale non ha evidenziato nemmeno rumori provenire dal data center dell’Oceano Pacifico.
“Ciò che abbiamo scoperto è che siamo molto ben accolti dalla natura selvaggia e che il nostro vascello è stato rapidamente colonizzato da granchi e polpi e altri animali che erano nella zona” – ha aggiunto infine Cutler. Per questa seconda fase del progetto, il team ha deciso di posizionarsi al largo delle coste della Scozia perché è anche sede del Centro Europeo per l’Energia Marina, pertanto è già stato attivato il progetto per alimentare la nave con fonti di energia rinnovabile: i lavori dovranno essere effettuati prima della messa in mare, poiché una volta al largo sarà impossibile qualsiasi manutenzione.7