Ancora polemica per i migranti che si accampano davanti alla stazione Centrale di Milano, una scena già vita in passato che ha spostato di nuovo il dibattito sulle responsabilità delle autorità, con accuse reciproche. Si tratta di persone rimaste in mezzo alla strada dopo la chiusura di molti centri di accoglienza. “Compito di un sindaco è evitare i bivacchi in una città come Milano” ha attaccato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, puntando il dito contro l’amministrazione locale.
Non si è fatta attendere la replica del neo europarlamentare, che da anni coordina il sistema dell’accoglienza milanese. “Salvini non deve fare il fesso: i bivacchi di queste settimane sono il frutto delle sue scelte”, ha attaccato Majorino. “Abbiamo un ministro che o ci fa o ci è. O forse tutte e due: un poco è incapace, un poco spera che il sistema dell’accoglienza salti. Aggiungo che Salvini potrebbe darci la sede della Lega di via Bellerio per accogliere i migranti. Sempre che non gliela abbiano pignorata”.Negli ultimi giorni centinaia di persone sono tornare a vivere in strada a Milano, nonostante gli arrivi in città siano quasi azzerati rispetto alle estati precedenti. Molti migranti infatti si trovano costretti ad accamparsi all’aperto dopo che, per effetto del decreto sicurezza, hanno dovuto lasciare i centri di accoglienza. Il Comune di Milano ha manifestato l’interesse a proseguire l’accoglienza all’interno del sistema Sprar (ora denominato Siproimi) confermando i 422 posti attuali.
L’amministrazione avrebbe voluto portare a mille posti la capienza, ma ha dovuto ritirare la domanda per le nuove regole del ministero dell’Interno che permettono di proseguire i progetti solo per un numero di posti pari o inferiore a quelli già finanziati.
Più che l’immigrazione, il decreto Salvini combatte la libertà di manifestare