A mandare i barconi carichi di migranti verso le coste italiane sarebbe niente di meno che la Russia di Vladimir Putin. La denuncia stavolta non arriva da generale americano, oppure da un membro della Nato, ma da chi meno te lo aspetti. Si tratta di Massimiliano Romeo. Il capogruppo della Lega in Senato, e fedelissimo di Matteo Salvini, rilascia una lunga intervista al quotidiano Libero in cui punta il dito contro il presidente russo, colpevole a suo dire di voler moltiplicare i flussi migratori verso l’Europa allo scopo di destabilizzare l’area geografica africana e mettere in seria difficoltà l’Unione europea.
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La denuncia di Romeo: Putin ci manda i barconi pieni di migranti
“Rispetto a un paio di anni fa stiamo vivendo una situazione geopolitica diversa in alcune zone del Nord Africa, dove si intrecciano gli interessi di Turchia, Russia, Cina, Iran. – spiega Romeo a Libero puntando il dito contro Putin – Mi pare evidente che, ad esempio, la Russia possa avere l’interesse a destabilizzare quell’area geografica per moltiplicare i flussi migratori e mettere in difficoltà i Paesi europei che si sono schierati contro di lei nella guerra con l’Ucraina”, aggiunge facendo riferimento ai barconi di migranti che giungono sempre più spesso sulle nostre coste.
“Se tu blocchi l’invio di grano, aumenti l’inflazione e la disoccupazione, è ovvio che un popolo alla fame cercherà di scappare in Europa. – prosegue Romeo parlando di migranti – Ma voi credete davvero che le guerre si combattano solo con le armi convenzionali? La Russia di Putin sta creando una vera e propria ‘bomba migratoria’ per mettere in difficoltà l’Europa”, lancia l’allarme il parlamentare leghista.
“Provate a pensare se a un certo punto dovesse incendiarsi la situazione politica nel Nord Africa. – insiste ancora Romeo – Sarebbe un disastro per l’Europa e soprattutto per l’Italia che è in prima linea nel Mediterraneo. È arrivato il momento di coinvolgere anche l’Alleanza Atlantica. Qui non c’è più tempo da perdere. Nel Mediterraneo passano gasdotti, elettrodotti, che possono diventare bersagli di guerra. Serve subito un piano che da un lato stabilizzi la situazione geopolitica in Africa e dall’altro presidi il Mediterraneo e blocchi le partenze (dei barconi dei migranti, ndr)”, conclude.
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