L’Europa è compatta: “L’Italia è inaffidabile”
Il dubbio amletico è sempre lo stesso, e la risultanza pure: l’Europa sui migranti non si fida dell’Italia. Da quando nel 2018 l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini ha affossato l’Operazione Sophia per fermare i trafficanti e salvare vite in mare, gli altri paesi europei non si fidano. Ed ecco che da Bruxelles i ben disposti a dare una mano al governo Meloni sono pochi.
Ecco perché il Consiglio europeo della prossima settimana non produrrà con ogni probabilità alcun provvedimento urgente per sostenere l’Italia nell’emergenza migranti. Le “osservazioni”, che sono veri e propri rimproveri, dell’Europa nei confronti dell’Italia rappresentano, dunque, dei veri e propri ostacoli per azioni di sostegno europee nel contrasto all’immigrazione illegale. Nessun segnale, infatti, seppur richiesto è arrivato dal titolare del Viminale, il ministro Piantedosi, alla commissaria europea Johansson.
In primo luogo, c’è soprattutto il malcelato antieuropeismo militante del governo Meloni a far storcere il naso a Bruxelles: i legami dell’esecutivo italiano con l’Ungheria di Orban, per dire, o il filoputinismo dichiarato di Berlusconi e Salvini non sono certo un buon viatico per chiedere aiuto alla UE. “Italia inaffidabile”, ma anche “contraddittoria e ridicola” nelle esternazioni: questo il pensiero sull’asse Parigi-Berlino, visto che la Meloni si lamenta del ruolo della Wagner nell’arrivo dei migranti sulle coste italiane ma i suoi alleati difendono Putin e attaccano Zelensky.
Per l’Europa, dunque, l’Italia è inaffidabile. Anche perché è convinzione diffusa che il paese non controlli i migranti entrati illegalmente e consenta loro di valicare i confini verso Austria, Germania e Francia. Né sembrano efficaci le norme varate col decreto flussi. Non stupisce pertanto che, oltre i 500mila euro stanziati dopo Cutro, non ci siano in programma altri provvedimenti dalla UE di sostegno al Belpaese.
Serve la firma del nuovo Patto sull’immigrazione, come richiesto dalla commissaria Johansonn, per “mettere a disposizione percorsi legali per i rifugiati: viaggi sicuri per case sicure, con ricollocamenti e corridoi umanitari per 50 mila persone nei prossimi due anni”. In ballo c’è il record di arrivi del 2016, 180mila migranti: le proiezioni da qui alla fine del 2023 lasciano pensare che a questi numeri si arriverà anche nell’anno in corso. E la Meloni deve scegliere da che parte stare per arginare l’invasione.