Fini attacca Meloni sui migranti: “Blocco navale è solo propaganda”. Il co-autore di una delle leggi più stringenti sul tema dei migranti, la celeberrima legge Bossi-Fini, ammette che quel testo dovrebbe andare in pensione e non risparmi critiche alla sua “creatura”, Giorgia Meloni. L’intervista al Fatto Quotidiano.
Il fondatore di Alleanza nazionale sbotta. “Il ‘blocco navale’ è solo un elemento e anche controverso: l’operazione Sophia, che serviva per controllare gli sbarchi con le navi europee, funzionava a metà. Oggi l’emergenza è il controllo dell’immigrazione , ma poi come li integriamo?”.
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L’ex An Fini attacca Meloni: “Il blocco navale è solo propaganda”
Ancora una volta Fini attacca Meloni: “Il blocco navale è solo propaganda”. Nell’intervista con Giacomo Salvini, Gianfranco Fini ribadisce l’obsolescenza della legge che contribuì a firmare. Perché la necessità di allora era chiara: il migrante economico ha diritto di entrare in Italia solo se ha un contratto di lavoro. La situazione attuale, però, è differente. “Vent’anni dopo è cambiato tutto il panorama internazionale e il fenomeno migratorio si è trasformato. Oggi riguarda centinaia di migliaia di persone ed è dovuto a grandi fattori economico- sociali. Il divario tra Nord e Sud del mondo, il malessere sociale, il crollo di alcuni Stati come Siria e Libia e così via. Per questo la legge va cambiata“.
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Ma fuori del discorso, però, devono restare le “battute da bar” e i comizi da campagna elettorale europea. Come quello dei blocchi navali, cavallo di battaglia di Meloni e Salvini da tempi immemori. “La politica dovrebbe fare un ragionamento più ampio rispetto alla battuta giornaliera del blocco navale tipica di una campagna elettorale. Il ‘blocco navale’ è solo un elemento e anche controverso: l’operazione Sophia, che serviva per controllare gli sbarchi con le navi europee, funzionava a metà. C’erano resistenze degli Stati nazionali perché veniva mantenuto il Trattato di Dublino. Se la campagna resta permanente in vista delle Europee non se ne uscirà mai. Con rischi ancora maggiori rispetto a ora: cresceranno forme di xenofobia e disagio sociale. Anche perché oggi l’emergenza è il controllo dell’immigrazione , ma poi come li integriamo?“.
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