Il 7 marzo 2019 i ministri degli Interni dei 28 Paesi membri si sono riuniti a Bruxelles per discutere del regolamento di Dublino, ossia delle norme che governano la gestione dei flussi di migranti. Quella data, quindi, sarebbe potuta passare alla storia (travagliata) delle politiche migratorie dell’Unione europea. Anche l’Italia a quel tavolo ha chiesto (come fa da tempo) una riforma che consenta una ripartizione più equa degli arrivi tra i vari Stati Ue.
Ma i ministri riuniti in quell’occasione a Bruxelles hanno, per l’ennesima volta, rinviato qualsiasi decisione. E stavolta il rinvio potrebbe essere una pietra tombale.
A quella riunione, però, non c’era il ministro italiano Matteo Salvini, impegnato in un tour elettorale in Basilicata. Non è la prima volta che il leader della Lega diserta un vertice così importante a Bruxelles e su un tema che a lui sta molto a cuore. Insomma, quando arriva l’occasione per poter dire e contare veramente qualcosa, lui si tira indietro.
Probabilmente perché se si risolvesse davvero qualcosa non avrebbe più il suo argomento preferito sul quale speculare, e cioè l’immigrazione. A chiacchiere, dunque, va fortissimo. A livello politico, invece, fa poco. E a dirla tutta, come calcolato dal giornalista David Carretta, sulle sei riunioni dei ministri degli Interni europei che si sono tenute da quando è al Viminale, Salvini ha presenziato in un’unica occasione, al vertice informale in Austria.
Assenze che anche il Movimento 5 stelle sembra non gradire. “Domani riunione formale dei ministri dell’Interno dell’Ue a Bruxelles per discutere (tra l’altro) di sicurezza e migranti. Matteo Salvini sarà assente”, scrive David Carretta il 6 marzo. Salvini “si deve occupare del Viminale e dovrebbe venire alle riunioni del Consiglio dell’Unione europea per cercare di risolvere le questioni legate al regolamento di Dublino”, ha detto Ignazio Corrao, eurodeputato M5s.
Parole che sanno di tirata d’orecchie. Tanto più visto che proprio sui migranti e sul regolamento di Dublino il governo gialloverde aveva annunciato una battaglia senza quartiere in Europa per cambiare le norme e ottenere una maggiore solidarietà tra gli Stati membri. Battaglia che avrebbe dovuto avere tra i suoi “capitani” il ministro Salvini. Ma a Bruxelles, ancora nessuno lo ha visto.
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