La destra finanzia l’accoglienza dei migranti. I bonus edilizi sono inattivi. I contratti per il Pnrr procedono con difficoltà. Ma c’è una nuova opportunità di spesa che potrebbe sostenere l’economia nazionale: l’accoglienza. Il governo di destra, da sempre in opposizione teorica e retorica all’accoglienza, ora si apre al business. Almeno, così lo chiamano i leader politici che per anni hanno criticato il “business dei migranti”. Arriva un pacchetto di norme che triplicherà l’attività nel settore. Almeno cento milioni di euro aggiuntivi sono previsti. Cinquanta per la costruzione di nuove strutture, affidate al Dipartimento della Difesa, e altrettanti per la gestione di centri esistenti e nuovi. Ma si tratta in gran parte di centri per il rimpatrio, che sono parte del problema e non della soluzione.
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Ora la destra finanzia l’accoglienza dei migranti
In arrivo un decreto del governo: la destra finanza l’accoglienza dei migranti, stanziando ben 100 milioni. Il governo ha annunciato ieri che l’approccio italiano ai flussi migratori comporterà la creazione di nuovi Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr). Ci sarà anche la possibilità di prolungare il periodo di detenzione da 6 a 18 mesi. Coloro che hanno investito in questo settore, principalmente multinazionali e grandi cooperative, hanno mostrato grande interesse. Come affermava Salvatore Buzzi, una figura chiave nel mondo dell’illecito insieme a Massimo Carminati, condannato per corruzione, “con i migranti si guadagna più che con la droga”.
Quanti sono i Cpr in Italia
In Italia ci sono attualmente nove Cpr: a Milano, Gradisca d’Isonzo, Roma, Palazzo San Gervasio, Macomer, Brindisi-Restinco, Bari-Palese, Trapani-Milo, Caltanissetta-Pian del Lago. Con un totale potenziale di 961 posti. I dati del Garante dei detenuti fa sapere che questi posti ospitano solo 592 migranti. Molti di questi centri sono chiusi a causa di proteste. Ad esempio, il Cpr di Torino ha dovuto chiudere a marzo scorso per lavori di ristrutturazione.
Lo Stato affida la gestione dei centri a terze parti tramite bandi gestiti dalle Prefetture. In passato, la Croce Rossa era coinvolta, e si sperava che le organizzazioni no profit potessero prendersene cura. Oggi, la gestione dei Centri è in gran parte nelle mani di grandi cooperative, società e multinazionali, poiché l’opportunità di profitto è considerevole. Secondo quanto riportato dal Cild (Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili) in un dettagliato report di giugno scorso, lo Stato ha bandito gare d’appalto nel periodo 2021-2023 per un costo complessivo di circa 56 milioni di euro.
Sebbene i costi varino da struttura a struttura, si stima che il costo giornaliero per ciascun migrante sia di circa 50 euro, come descritto da alcune associazioni e in alcuni casi anche dai giudici, che definiscono questa detenzione come “amministrativa”. Si prevede che il numero di detenuti aumenterà notevolmente.
I nuovi investimenti
Il governo ha dichiarato la necessità di creare almeno un Cpr in ogni regione, ovvero almeno 21 nuovi centri. Questo significa raddoppiare o triplicare il numero di persone ospitate. La multinazionale svizzera Ors ha ottenuto la gestione del primo Cpr nel dicembre 2019, e poi ha acquisito anche i centri di Roma e Torino. Engel Italia, come riferisce il Cild, è una società a responsabilità limitata con sede in Campania e di gestione familiare. Fino al 2015, gestivano un albergo in provincia di Salerno, ma poi hanno abbandonato il turismo per concentrarsi sui migranti. Hanno cambiato la loro denominazione sociale in “gestione centri di accoglienza” e hanno vinto l’appalto per la gestione di Milano, del valore di poco meno di 5 milioni di euro. Hanno poi affrontato gravi difficoltà finanziarie, tanto da dover presentare domanda di concordato nel 2022.
Secondo Repubblica, questo spiega perché proprio nel 2022 la Prefettura di Milano non ha rinnovato il contratto con Engel, bandendo una nuova gara. Il valore questa volta è di quattro milioni e 398mila euro. Il numero degli ospiti è infatti sceso da 84 a 72. La Martinina Srl ha vinto la gara, e va notato che la proprietà di Paola Cianculli, amministratrice unica di Engel dal 2012, è coinvolta nella gestione. L’amministratrice unica della Martinina Srl è una signora di 72 anni, Consiglia Caruso, che è anche sua suocera.
I ribassi nelle gare per l’accoglienza
L’assegnazione dell’intera gestione dei Centri al settore privato ha avuto un impatto sul loro volume di affari. Secondo diverse indagini e interrogazioni parlamentari, questo ha portato anche a segnalazioni di cattivo funzionamento. Appalti non rispettati, maltrattamenti da parte di ospiti e operatori, e mancato pagamento degli stipendi. Secondo il Cild, tutto ciò era prevedibile. Lo Stato ha cercato di risparmiare adottando una logica basata sull’offerta economicamente più vantaggiosa. E le grandi aziende hanno presentato offerte al ribasso che hanno drasticamente ridotto le spese. Inoltre, poiché più persone vengono detenute, maggiori sono i profitti. Di conseguenza, alcune di queste strutture potrebbero trattenere persone in modo illegittimo per aumentare i guadagni.
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