Davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della camera il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio mette due punti fermi che fanno cambiare volto alle tante inchieste, ultima quella sulla Sea Watch, che vedono indagati esponenti delle Ong per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “I porti Sar libici non sono sicuri e la zona Sar libica non è adeguatamente coperta dalla guardia costiera e funziona solo grazie all’accordo bilaterale con l’Italia”.
“Il mio ufficio ha già raccolto documentazione in tale senso dall’Unhcr e da altri organismi internazionali. Anche perché – ha aggiunto Patronaggio – il principio di respingimento di gruppi di immigrati in Libia” è vietato dal diritto internazionale.
Per il procuratore di Agrigento il vero pericolo per la sicurezza dello Stato richiamato più volte da Salvini non viene dai migranti in arrivo dalla Libia ma da quelli degli sbarchi fantasma. “Arrivano dai barchini dalla Tunisia e si tratta molto spesso di persone con precedenti penali o che hanno contatti con organizzazioni terroristiche vicine all’Isis”.
Patronaggio ha quindi escluso che da qualsiasi indagine siano emersi contatti preventivi tra trafficanti libici e membri delle Ong che giustifichino l’ipotesi che i soccorsi in mare siano stati concordati. “Mentre si agitava il caso della Sea-Watch 3, negli stessi giorni in silenzio oltre 200 migranti sono sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini”, ha aggiunto il procuratore.
Poi presentando il numero degli sbarchi, ha ricordato che “quelli riferiti ai salvataggi delle ong sono una porzione assolutamente minore e per quanto riguarda quest’anno sono statisticamente insignificanti”.
Quanto al giudizio di merito sul Dl sicurezza che ritiene non giustificato da motivi di urgenza visto che gli sbarchi sono notevolmente ridotti, Patronaggio ha messo in evidenza molto criticità sia rispetto al diritto internazionale che al diritto penale interno.
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