Bruxelles sembra determinata a non dare tregua al governo Meloni riguardo alla spinosa questione migranti. Non solo ha bloccato il Memorandum con la Tunisia, ma ora ha anche messo in pausa i negoziati sul nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti. Tale patto, va ricordato, prevedeva una “solidarietà obbligatoria” tra gli Stati membri. Eppure, solo qualche mese fa, durante l’ultimo Consiglio Ue di giugno, la presidente del Consiglio italiano aveva esultato per questi progressi. Tuttavia, l’orizzonte ora appare meno chiaro. Con l’Europarlamento in procinto di concludere le sue sessioni ad aprile, c’è il rischio che queste misure finiscano in un vicolo cieco.
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Migranti, l’Ue blocca il Memorandum con la Tunisia e gela la Meloni
Ma perché questo cambiamento di rotta? Il cuore del problema risiede nell’equilibrio di poteri tra i vari organi dell’Ue. Per l’approvazione di una legge, è essenziale un accordo tra Parlamento, Commissione e Consiglio. L’Eurocamera ha deciso di mettere in pausa la discussione sul database europeo delle richieste d’asilo e lo screening degli arrivi dei migranti. La ragione principale sembra essere l’impasse nel Consiglio Ue riguardo alla gestione delle crisi migratorie.
Stati come Ungheria e Polonia, spinti da politiche sovraniste, sono i principali ostacoli. La questione di fondo è chi dovrebbe avere l’autorità di dichiarare una crisi migratoria. Mentre il testo propone che questo compito spetti alla Commissione, molti stati sono contrari, sostenendo che dovrebbe essere una prerogativa del Consiglio e quindi degli stati nazionali. E questa stessa critica viene rivolta alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, riguardo al Memorandum con la Tunisia.
Il Memorandum con la Tunisia è diventato un altro punto di frizione. Molti Stati, tra cui Francia e Germania, hanno criticato la mancata consultazione di tutti i membri durante la sua redazione. Queste preoccupazioni hanno portato al congelamento dei primi 150 milioni destinati al governo tunisino. Ora, con la questione del Memorandum ancora in sospeso e l’Europarlamento che si avvicina alle sue ultime sedute, il governo Meloni si trova in una posizione difficile. Nonostante le rassicurazioni e il sostegno promesso da Frontex, l’agenzia Ue per il controllo delle frontiere, le sfide restano enormi. La situazione attuale dimostra che, nonostante gli sforzi, il governo Meloni sta faticando a costruire un consenso europeo solido sulla questione migranti.
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