Un brutto risveglio per Milano. Una miriade di cartelli contro l’aborto e contro il divorzio appesi davanti all’entrata della clinica Mangiagalli, tra le cliniche ostetriche-ginecologiche più famose d’Italia nonché sede di uno storico Centro di Aiuto per la Vita. L’esposizione di quasi una decina di cartelli anti-aborto su suolo pubblico ha scatenato un’accesissima polemica sui social e in queste ore numerosi utenti stanno protestando e chiedendo conto al Comune di Milano e al Policlinico della scelta di autorizzare un presidio di questo genere proprio di fronte all’entrata di un ospedale che da decenni combatte per una piena e corretta applicazione della Legge 194.
La fotografia dei cartelli esposti di fronte alla Mangiagalli è stata pubblicata nella mattinata da un utente su Twitter e nel giro di pochissime ore è diventata virale sul social, scatenando una vera e propria diatriba sui social.
Il presidio davanti alla clinica ginecologica non è mai stato autorizzato dalla direzione dell’Ospedale, che anzi da anni cerca in tutti i modi di bloccare quest’iniziativa ricorrente. Ebbene sì, non è la prima volta che questi cartelli appaiono di fronte all’entrata di via Della Commenda: ad appendere i cartelli contro aborto e divorzio davanti all’ingresso della clinica è un uomo solitario che da circa due anni, più o meno una volta al mese, arriva davanti all’entrata dell’ospedale e mette in scena questa protesta per circa un paio d’ore.
Nonostante il presidio avvenga proprio all’ingresso della clinica, la direzione del Mangiagalli ha le mani legate perché non ha modo di chiederne l’allontanamento essendo l’esposizione su suolo pubblico e non negli spazi di proprietà dell’ospedale.
Caro @ComuneMI , queste cose davanti alla Mangiagalli sono inaccettabili@policlinicoMI pic.twitter.com/RH0XhHQBg2
— r. (@InAphysicalWay) 10 giugno 2019
“Noi abbiamo provato varie volte a mandarli via, ma non è possibile. Non essendo una manifestazione vera e propria, non ha bisogno di autorizzazioni e non sostando sugli spazi di proprietà della clinica noi abbiamo le mani legate. Abbiamo segnalato varie volte la situazione e chiesto l’intervento della polizia locale, del Comune di Milano e della procura, ma finché quest’uomo non supera un limite tale per cui possiamo dichiararci offesi nessuno può impedirgli di fare il suo presidio, non vi è luogo a procedere”.
“Tra l’altro – dicono dall’ospedale – questo presidio viene fatto proprio qui, un ambiente in cui da anni stiamo cercando di trovare un equilibrio aiutando le ragazze e le donne in difficoltà a fare una scelta coerente, dando tutti gli strumenti necessari per farla. L’atteggiamento di quest’uomo è invece controproducente, non aiuta certo la causa. Perché? Perché il problema è che noi dovremmo mettere tutti al centro la donna cercando di aiutarla e di rispettare il suo punto di vista e le sue esigenze”.
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