Ricchissimi e sempre più ricchi: il report di UBS gela il pianeta
Segni particolari: miliardari. Sono pochi ma in costante aumento e domani saranno ancora più ricchi, in futuro sempre più ricchi. Non lascia spazio all’immaginazione né alla speranza il nuovo report “Billionaires 2017” elaborato da UBS e PwC. Nelle mani dei paperoni della Terra si concentra una ricchezza cresciuta in un anno di 6 mila miliardi di dollari (+17%).
Il problema è che con essa è aumentata la disuguaglianza sociale, e così anche il rischio di una ribellione diffusa tra il popolo. I “padroni” del mondo sono saliti del 10% nel giro di un anno, portandosi a quota di 1.542. Da soli possiedono la maggiore quantità di ricchezza che si sia mai concentrata nelle tasche di poche persone nell’ultimo secolo.
Cosa succederà non è dato saperlo, ma basta guardare indietro per farsi un’idea dei rischi. Nel tardo XIX secolo, durante la cosiddetta “età dell’oro”, ci furono famiglie di imprenditori che si arricchirono molto, dai Rockfeller ai Vanderbilt. La società si rivoltò contro i ricchi e nel corso dell’Era Progressista – agli inizi del XX secolo – furono attuate delle riforme a favore dei comuni cittadini, ostacolando le grandi aziende.
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Anche i ricchi temono la rivoluzione
I miliardari hanno paura che si possa verificare una rivolta sociale come quella del secolo scorso. Lo sostiene anche Josef Stadler, autore principale della ricerca di USB, ricordando che la concentrazione di ricchezza ormai ha raggiunto i livelli del 1905. Chi la detiene è consapevole della sua condizione privilegiata e teme le conseguenze.
Per Stadler il nodo problematico della questione è l’interesse applicato sull’interesse, un meccanismo la cui sosteniblità temporale sfugge. Inoltre rende difficile prevedere se e quando la società sarà in grado di fronteggiarlo per liberarsene. Nonostante questo, i ricchi non sembrerebbero danneggiare la società.
Secondo lo studio, i miliardari hanno paura di scontrarsi con i ceti medi e bassi, ma nel complesso fanno bene alla società. Infatti, stando al report, offrono un lavoro a 27,7 milioni di persone in tutto il mondo, circa la metà della popolazione dell’Inghilterra. Pertanto il 98% dei loro guadagni fa ritorno nelle tasche della gente comune.
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Mani bucate per le arti e lo sport
Dal “Billionaires 2017” emerge che i miliardari sono tutt’altro che avari ed egoisti come li dipingono gli stereotipi. Anzi, in genere si rivelano sempre molto generosi, soprattutto quando si trovano di fronte alle arti e allo sport, entrambe discipline rivolte al grande pubblico. Non a caso, tra i più importanti 200 collezionisti d’arte al mondo figurano ben 71 di loro.
Per i paperoni è la regola finanziare musei pubblici e club sportivi. In quest’ultimo caso, danno il meglio di sé: dei 140 club migliori del mondo, 109 appartengono a loro e lo stesso vale per 2/3 delle squadre che giocano nei campionati NBA e FLA. Infine, dei 20 club in Premier League, 9 sono proprietà di miliardari, tra cui il Manchester United di Malcolm Glazer e il Manchester City di Sheikh Mansour bin Zayed al-Nahyan.
Ma chi sono questi ricchissimi che dominano il pianeta? Dimenticate i giovani e in gran parte gli adulti, almeno per ora. Secondo lo studio, 1/3 è anziano e ha più di 70 anni. Pertanto i suoi beni probabilmente saranno trasferiti agli eredi entro i prossimi 20. Nel medio-lungo periodo le previsioni ipotizzano un maxi riversamento del capitale ereditato a vantaggio di enti no profit e di beneficienza.
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