Dal divorzio a titano degli affari, Yoshiko Shinohara ha rivoluzionato la forza lavoro del suo paese, diventando oggi alla tenera età di 82 anni la prima donna giapponese miliardaria self made. Dunque come dice la parola stessa, Shinohara è una donna che “si è fatta da sola”, ovvero è stata in grado di creare da sé la propria fortuna senza ereditare un’azienda o un patrimonio già esistente. Yoshiko nasce in Giappone nel 1934. La sua vita è stata tutt’altro che semplice. Cresciuta nell’epoca della seconda Guerra Mondiale, la donna perse il padre alla giovane età di 8 anni. A mandare avanti la famiglia rimase solo la madre ormai vedova, che con un impiego come levatrice cercava di far sopravvivere tutti quanti in casa. Dopo aver conseguito il diploma al liceo, come accade ancora oggi a tante donne in Giappone, all’età di 20 anni Yoshiko viene data in sposa giovane a un uomo che lei non aveva scelto come marito. Però poco tempo dopo le nozze, decise di ribellarsi al suo destino e di cambiare per sempre la sua vita: “Mi sono resa conto che avrei preferito non sposarmi e che quella non era la persona giusta per me – ha raccontato Shinohara in un’intervista alla Harvard Business Review -. Così ho deciso sarebbe stato meglio divorziare il prima possibile, una decisione per cui mia madre e mio fratello si arrabbiarono molto. Ma avevo deciso: dovevo fare qualcosa per me stessa”.
“Ho lanciato l’azienda senza prenderla troppo sul serio. Da subito però ho incontrato l’opposizione del Ministero del lavoro giapponese – ha ricordato ancora Yoshiko -. L’occupazione a vita era la norma in Giappone e il lavoro temporaneo da parte di compagnie private era vietato dalla legge, quindi venivo spesso convocata dal ministero. Non riuscivo a capire perché fosse illegale fornire dipendenti temporanei ad aziende che ne avevano disperatamente bisogno”. Di fatto Yoshiko rischia il carcere perché la sua azienda offre un servizio non legale in quel Giappone. Per sua fortuna però la legge da questo punto di vista cambia, anche grazie alle richieste portata avanti da altre agenzie simili a quella di Yoshiko, e così l’attività può continuare, anche se all’inizio non è facile far quadrare i conti: Yoshiko per arrotondare insegna inglese di notte. I sacrifici pagano, dopo cinque anni quella che oggi è la Temp Holdings si trasferisce in un vero spazio adibito a ufficio.Se la prima spinta importante per la Temp arriva sotto il profilo normativo, una seconda altrettanto fondamentale arriva per una scelta di business decisa da Yoshiko che inizia a inserire anche degli uomini in un’azienda che fino a quel momento era stata unicamente al femminile, anche per le sue motivazioni originali di nascita: “Nel 1988 mi sono detta: “E se inserissimo anche gli uomini in questo business?” I miei manager, donne, hanno detto: “No, grazie, non ne abbiamo bisogno”. Ma ne avevamo bisogno. Una nostra succursale assunse un uomo part-time, e wow, il volume dei nostri affari aumentò! Questa è stata la svolta. Il trucco era raggiungere il giusto mix di uomini e donne all’interno della Temp Holdings”. Quell’equilibrio che spesso è indispensabile per ottenere risultati, a prescindere dall’ambito in cui ci si trova.
Negli anni ’90, la situazione finanziaria del Giappone era in controtendenza rispetto a quella della Temp. Il Paese infatti precipitò in una situazione economica complicata, mentre la Temp decollava perché le aziende cercavano di tagliare i costi assumendo lavoratori a tempo parziale anziché dipendenti. Oggi la Temp Holdings fornisce reclutamento, outsourcing, consulenza e sviluppo di sistemi, anche se il personale a tempo parziale rimane il suo segmento più ampio e importante. La quotazione in borsa della socetà è avvenuta nel 2008.
Nel frattempo Yoshiko è diventata presidente emerito della società ad aprile 2016 e non si è mai risposata. Nel 2014 ha donato circa il 5% delle azioni della società per creare la Yoshiko Shinohara Memorial Foundation, ente che fornisce borse di studio per le studentesse del Giappone che vogliono diventare infermiere, assistenti sociali o lavorare negli asili nido.
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